Per anni avrebbe accumulato rifiuti su un terreno senza smaltirli, fino a formare una vera e propria montagna di scarti industriali, ormai coperta dalla vegetazione. E intanto avrebbe continuato a lavorare con decine di impianti senza autorizzazione. Ora per un’azienda bresciana che produce conglomerati cementizi è scattata un’indagine ambientale da parte dei Carabinieri Forestali.

Il controllo è avvenuto il 4 luglio scorso nei due stabilimenti dell’impresa, a Montichiari e a Carpenedolo. I militari hanno scoperto che l’azienda operava con ben 35 impianti che producono emissioni in atmosfera, non più in regola con i permessi da mesi. Oltre a questo, nei piazzali erano stoccati rifiuti speciali come rottami metallici, macerie, apparecchiature elettroniche dismesse e plastica, senza il rispetto delle norme previste.

La situazione più grave riguarda l’area di Carpenedolo, dove – secondo quanto accertato – per circa quindici anni sarebbero stati accumulati fanghi di lavaggio provenienti dagli inerti, fino a raggiungere un volume stimato in 50mila metri cubi. Un’enorme discarica, formatasi lentamente nel tempo, in chiaro stato di abbandono.

Per questi motivi, la legale rappresentante dell’azienda è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria. Le ipotesi di reato sono discarica abusiva, emissioni non autorizzate e deposito incontrollato di rifiuti. Sarà ora la magistratura a valutare ogni responsabilità.

Le versione dell’azienda

Nei giorni successivi l’azienda ci ha contattato per un commento, che riportiamo integralmente:

“In riferimento a notizie stampa che riportano la presunta illiceità dei depositi presso l’impianto dell’azienda, la Senini Srl precisa che il materiale presente è innocuo, conforme alle normative vigenti e si trova in loco lecitamente. Da ultimo, la ditta Senini non produce e non ha mai prodotto emissioni inquinanti in atmosfera.

A tal proposito, sono già stati forniti alle autorità competenti tutti i documenti che comprovano la natura e il corretto utilizzo di tali materiali.

Senini Srl ripone piena fiducia nell’operato degli organi inquirenti ed è serena riguardo all’esito delle verifiche”.