foto d'archivio

La provincia di Brescia si conferma in testa alla Lombardia per numero di reati ambientali. Lo rileva il nuovo rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente, che fotografa una crescita preoccupante: in tutta la regione, i reati accertati sono passati da 1.974 a 2.324 in un anno.

A preoccupare è anche il balzo in classifica nazionale della provincia bresciana, che nel 2023 (anno di riferimento del report) è salita dal 33° al 20esimo posto, appena sotto Catanzaro. Un incremento che conferma la diffusione di attività illecite legate al ciclo dei rifiuti, all’abusivismo edilizio, agli appalti e al consumo di suolo anche nei territori del Nord.

A commentare i dati è Paola Pollini, presidente della Commissione speciale Antimafia in Regione Lombardia, che parla di “un segnale allarmante” e di una rotta da invertire con urgenza.

“È encomiabile l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura – afferma – ma non possiamo continuare a delegare tutto alla sola azione investigativa e giudiziaria. La politica deve fare molto di più”.

La Commissione, spiega Pollini, continuerà a promuovere audizioni e iniziative concrete per rafforzare il contrasto alle infiltrazioni ambientali: “Ogni reato ambientale nasconde interessi criminali alimentati da complicità e corruzione – ha concluso – Non possiamo più permettercelo”.