Sanpolino è senza Consiglio di Quartiere. In 5 si sono dimessi, praticamente in blocco visto che gli altri due erano ormai solo nomi sulla carta.
Paolo Ferrari, presidente del Cdq; Giuseppe Dughi, vice presidente; Giovanna Giacopini; Anna Bonora e Sabrina Seregni hanno gettato la spugna. Ne sarebbero bastati tre per la decadenza del Consiglio di Quartiere.

È la reazione al profondo scoramento per l’esclusione della candidatura, la decima, fondamentale per portare anche Sanpolino al rinnovo del Cdq il prossimo 14 aprile.

CHE COSA È SUCCESSO?

La decima candidatura è stata presentata e protocollata dal Comune alle 14.30 del 13 marzo, anziché entro le 12.00 come previsto dal regolamento. Lo stesso regolamento che però aveva derogato alla “dead line” i candidati di 5 Consigli di Quartiere che avevano fissato le assemblee la sera del 13 marzo, quindi ben oltre la scadenza fissata.
“E già qui -dicono a Sanpolino- un bel pasticcio. Come è possibile fissare una data di presentazione delle candidature prima delle assemblee?”
A rafforzare la convinzione che la deroga fosse per tutti la sera del 14 marzo, e non solo per 5 Cdq, le parole dell’assessore Muchetti nel corso dell’assemblea generale della zona est. “Non da ultimo – dice Paolo Ferrari, presidente del Consiglio di Sanpolino- se il Comune non respinge ma protocolla la candidatura posso sono ritenerla accettata, tanto più che altre lo saranno nella stessa serata, ore dopo”.
E invece no. Il Comune ha ritenuto non ammissibile la candidatura perché arrivata oltre il limite imposto dal regolamento (le 12.00 del 13 marzo 2024) e questo ha determinato l’impossibilità per Sanpolino di rinnovare il suo Consiglio il 14 aprile.

LA REAZIONE DEL CDQ IN CARICA: DIMISSIONI IN BLOCCO

Dopo alcune ore in cui il Presidente e il Consiglio hanno cercato una mediazione con la Loggia, e nello specifico con l’Assessore Muchetti, il muro dell’amministrazione ha creato un tale scoramento e arrabbiatura che ha portato alle dimissioni in massa.

“Ed eccoci qui all’ultimo atto di questo percorso – ha scritto Paolo Ferrari, presidente del CdQ -.Avrei preferito proseguire, ma vedo che la promozione della partecipazione è reale e concreta solo per chi ha occhi incantati. Il disincanto si concretizza quando un candidato viene escluso perché, per disattenzione o problemi personali, ha consegnato il modulo alle 14.30 del 13 marzo, invece che entro le 12 dello stesso giorno.. Salvo poi scoprire che la sera del 13 sono state accettate e convalidate altre candidature”.

“Un regolamento – prosegue Ferrari – che ammette che le stesse 10 persone possano firmare per appoggiare un numero infinito di candidati (eh sì, è proprio così!), si arroga il diritto di precludere la partecipazione ad un progetto politico e sociale di governo per un cavillo, ma solo a Sanpolino, si intende..
E allora pensi a questi anni investiti in progetti, incontri, supporto alla comunità durante la pandemia e rifletti anche sulla capacità che hanno avuto le persone di fare gruppo per far crescere il proprio quartiere, nonostante simpatie politiche diverse.  L’essere diversi non ha impedito a questo gruppo di persone di lavorare in modo coeso per il bene comune”.

CDQ TROPPO SPESSO NON ASCOLTATI SE NON IGNORATI. L’ACCUSA DI FERRARI

Sulla pagina Facebook di Sanpolino, Ferrari prosegue il suo “sfogo” nei confronti dei politici rei di non ascoltare le esigenze, anche basiche, dei bresciani e del territorio.

“Nonostante una classe politica miope, – scrive – che non vede l’urgenza di realizzare un attraversamento pedonale in sicurezza per un asilo, ma investe soldi nel taglio di 30 alberi, colpevoli di non essere autoctoni. Nonostante un’amministrazione pubblica che dell’ascolto si fa un gran vanto, salvo poi non ascoltare le voci che giungono dai quartieri.
Avremmo potuto fare di più e/o fare meglio? Forse sì, forse no, ma comunque ci abbiamo sempre provato, mettendoci energia e passione, il nostro tempo, i nostri soldi.
Quanto accaduto è per me, la goccia che fa traboccare il vaso; la prova che la nostra amministrazione si vanta di ascolto e di prossimità ai cittadini, salvo poi sacrificare tutto a cavilli di burocrazia”

CDQ, SEMPRE PIU’ “POLITICIZZATI”

“Ieri sui giornali – prosegue Ferrari – c’erano mezze pagine che raccontavano di candidature di persone espressione dei partiti e si sono fatte ipotesi sui partiti che controlleranno ogni singolo quartiere.
Nel regolamento dei consigli di quartiere è espletato chiaramente che il cdq deve essere un organo apartitico, ma, dopo la pubblicazione dei nomi di cotanti esponenti politici, qualche dubbio mi è venuto.
Da quanto scrivo si evince chiaramente la mia profonda delusione per una politica miope, che ci riempie sempre di tante parole, ahimè vuote di significato”.

“Un grande cantautore – conclude Ferrari – diceva “la libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione!”