
L’agricoltura bresciana chiude l’annata 2024/2025 con un bilancio positivo e una produzione lorda vendibile in aumento del 7,4%, pur con criticità in diversi comparti. I dati, presentati questa mattina da Coldiretti Brescia, confermano la provincia tra le prime realtà agricole italiane e leader nazionale nella produzione di latte vaccino.
Secondo la presidente Laura Facchetti, il territorio continua a rappresentare “un pilastro fondamentale dell’economia locale”, nonostante uno scenario segnato da cambiamenti climatici, tensioni geopolitiche, costi produttivi e incertezze di mercato.
Clima stabile, ma rischio elevato
L’annata climatica è stata considerata relativamente stabile, ma Coldiretti richiama la necessità di mantenere alta l’attenzione. Il cambiamento climatico, definito “un fenomeno strutturale e irreversibile”, impone l’adozione di strumenti tecnici e attività di ricerca contro nuove specie infestanti e animali selvatici. Tra le priorità vengono indicati il miglioramento genetico, nuove molecole, tecniche di evoluzione assistita e strumenti innovativi per la gestione del rischio.
Sul fronte sanitario, gli allevamenti bresciani non hanno subito ricadute gravi, ma permangono restrizioni e misure di contenimento che incidono sull’operatività quotidiana delle aziende.
Le richieste di Coldiretti
Facchetti ha sottolineato come le imprese stiano investendo in sostenibilità, benessere animale e biosicurezza. La presidente ha richiamato la necessità di “difendere la centralità del settore primario”, chiedendo che non vengano ridotte le risorse della PAC e che le regole commerciali europee si basino sul principio di reciprocità. Tra le priorità indicate: trasparenza nell’etichettatura, tutela del suolo agricolo e rafforzamento di filiere eque.
In chiusura Facchetti ha richiamato la necessità di “un piano strutturale di medio-lungo periodo” per dare stabilità agli agricoltori e permettere al settore di affrontare il futuro “con fiducia”
I settori nel dettaglio
Avicolo
Per la presidente Facchetti, il settore avicolo conferma solidità e capacità di adattamento in un contesto regolatorio europeo in evoluzione. Brescia mantiene un ruolo centrale grazie a prodotti in miglioramento, investimenti in sostenibilità e biosicurezza e un modello di filiera integrata che risponde alle esigenze del mercato.
Vitivinicolo
Il vicepresidente Silvano Brescianini definisce la vendemmia 2025 “da ricordare” per i vini bianchi. Ottima qualità e quantità in Franciacorta e Lugana, con potenziale di invecchiamento elevato. Piogge di settembre hanno reso necessaria una selezione rigorosa delle uve rosse. L’assenza di grandinate rilevanti è stata valutata positivamente.
Suinicolo
Secondo il vicepresidente Alberto Cavagnini, il settore mostra miglioramenti grazie alla riduzione delle aree colpite da PSA, ma la malattia resta diffusa nella fauna selvatica. Il comparto risente del calo dei consumi, della stagnazione dell’export e della concorrenza estera favorita dalla mancata etichettatura d’origine. Cavagnini richiama la necessità di una PAC più tutelante e di una filiera unita.
Latte
Per Giovanni Martinelli, la zootecnia da latte chiude positivamente: prezzi sostenuti per gran parte dell’anno e buone rese nelle colture foraggere. Negli ultimi mesi si registra un calo dei listini, ma la prospettiva è un possibile ritorno ai valori precedenti, utile a sostenere investimenti in benessere animale e innovazione.
Cerealicolo
Giuseppe Kron Morelli segnala una campagna del grano poco soddisfacente per rese e prezzi. Annata positiva per il mais dal punto di vista agronomico, ma con margini ridotti a causa dell’elevata offerta e delle importazioni. Produzioni nella norma per la soia, con redditività penalizzata dai prezzi bassi.
Agriturismi
Per Tiziana Porteri, il turismo bresciano è in crescita e gli agriturismi rispondono alla domanda di esperienze enogastronomiche con degustazioni, attività e visite. Aumenta la presenza di visitatori stranieri e la permanenza media nelle strutture.
Bovini da carne
Fabio Rozzini descrive una situazione complessa: produzione nazionale in aumento ma con costi in crescita e forte dipendenza dalle importazioni, che condizionano la filiera e riducono le opportunità di valorizzazione del prodotto nazionale.
Olivicolo
Secondo Nadia Turelli, l’annata è stata compromessa da una forte infestazione di mosca olearia e da fenomeni grandigeni, con caduta precoce delle drupe. Le difficoltà sono aggravate dalla mancanza di strumenti efficaci per il contrasto del parassita.
Apicoltura
Per Edoardo Mombelli, il 2025 è stato positivo, con buone produzioni e qualità elevata. Restano criticità legate a cambiamenti climatici, vespa vellutina e concorrenza dei mieli sintetici.
Florovivaismo
Secondo Fausto Dester, la stagione è stata nella norma, con buone prospettive per le vendite natalizie. Preoccupazioni per la diffusione della Popillia japonica, che potrebbe mettere in difficoltà il settore.
Quarta gamma
Secondo Felice Poli, il mercato della IV gamma attraversa una fase di forte difficoltà per il calo dei prezzi praticati dalla grande distribuzione. Il prodotto viene oggi venduto a circa 7,5 €/kg, contro oltre 10 €/kg di pochi anni fa, mentre i costi di produzione continuano a crescere. La situazione ha portato alla chiusura di stabilimenti italiani e all’ingresso di gruppi esteri sul mercato europeo. Poli segnala l’urgenza di una revisione delle politiche nazionali: Coldiretti sta lavorando per un prezzo minimo garantito e per favorire l’aggregazione tra imprese. In provincia di Brescia, dove si concentra il 35% della produzione nazionale, l’obiettivo è rafforzare la filiera e ridurre i costi attraverso accordi quadro con i fornitori.
Montagna
L’imprenditore Simone Scalvinoni descrive raccolti discreti nonostante le piogge abbondanti. Buone produzioni di fieno e mais da foraggio e una tenuta della produzione di latte. Tra le criticità: fauna selvatica, erosione del suolo e costi elevati per le aziende di montagna.
Frutticoltura
Per Rocco Stefano, l’annata è positiva, favorita dall’assenza di gelate e dalla minore offerta estera. Restano problemi legati a forficule, cimice asiatica, morìa del kiwi e batteriosi. Buone rese per kaki e mele, con prezzi interessanti solo per alcune varietà.
Ortoicolo
Luigi Pagani parla di una campagna di livello medio: buone performance per mais e frumento, più difficoltà per gli ortaggi a causa di piogge e caldo. In crescita la vendita diretta, mentre resta critica la gestione del personale.