È un segnale d’allarme che riguarda tutta la Lombardia: oltre 1.500 cantieri pubblici rischiano rallentamenti o stop a causa dei rincari dei materiali e dell’assenza di risorse per coprirli. Si tratta di opere per 11,1 miliardi di euro, tra cui 481 interventi del Pnrr per un valore superiore ai 5,7 miliardi. Strade, scuole, impianti sportivi, edilizia pubblica: senza nuovi fondi molte imprese potrebbero non riuscire a sostenere i costi crescenti.
Secondo l’analisi Cnce_Edilconnect, realizzare oggi un’opera pubblica costa in media il 30% in più rispetto ai prezzi con cui i lavori erano stati appaltati. Alcuni materiali hanno registrato aumenti ancora più marcati: acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%. Incrementi che le imprese non riescono più ad assorbire e che mettono sotto pressione la tenuta economica dei lavori.
Per il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, la questione riguarda anche il territorio bresciano: “Il nostro territorio non può permettersi cantieri sospesi. Senza certezze sui ristori e sulla continuità delle opere, a pagare saranno comunità, lavoratori e amministrazioni locali”. Le imprese, aggiunge, stanno reggendo “ma serve un intervento rapido per non disperdere competenze e investimenti”.
Una preoccupazione condivisa anche a livello regionale. Il presidente di Ance Lombardia John Bertazzi parla di una situazione che rischia di diventare insostenibile: “Le imprese stanno già sostenendo anticipazioni finanziarie molto rilevanti, non più sopportabili a lungo. Senza risorse aggiuntive e senza una proroga al 2026, garantire la continuità dei lavori sarà impossibile”.
Per l’associazione dei costruttori, i rincari non si sono riassorbiti e la mancata copertura potrebbe compromettere non solo i cantieri ordinari, ma anche le scadenze più delicate del Pnrr. Da qui la richiesta di interventi immediati per evitare che la filiera delle costruzioni si trovi a fronteggiare una nuova fase di blocco.
