Brescia, come da tradizione, si prepara a onorare i propri cittadini illustri con la cerimonia del Famedio. Si tratta dell’inserimento nel pantheon del cimitero Vantiniano delle personalità che sono mancate durante l’anno precedente. I nomi selezionati per il 2025 dall’apposita Commissione, sono: Pierfranco Blesio, Santina “Tina” Gallinari Leonzi e Doralice Vivetti.
La cerimonia sarà martedì 11 novembre alle 15, al cimitero monumentale di via Milano. A introdurre la celebrazione sarà la sindaca Laura Castelletti. L’evento verrà accompagnato dalla cantante Alessia Marcassoli e pianista Giovanni Colombo che eseguiranno musiche tratte dal repertorio sacro e pagine di Leonard Cohen. Le letture saranno a cura di Silvia Pace.
A partire dalle 14.30, per i cittadini che hanno difficoltà a camminare, sarà messa a disposizione un’auto che li accompagnerà dall’ingresso principale del cimitero al Famedio.
TUTTI I CITTADINI ILLUSTRI DEL FAMEDIO
I bresciani illustri
Le biografie, curatae dal Comune, dei tre bresciani illustri che martedì saranno commemorati e inseriti nel Famedio della città.
Pierfranco Blesio
Naturalista, zoologo e museologo
Brescia 26 giugno 1936 – 6 aprile 2024
La misura, la sobrietà, l’ironia lieve, le maniere di gentiluomo d’antico stampo e, insieme, la riconosciuta competenza, l’ammirata preparazione e la dedizione assoluta alle passioni scientifiche di una vita ne hanno fatto per decenni una figura di riferimento nel mondo naturalistico bresciano. Il fatto poi che egli fosse un autodidatta non faceva che accrescerne il prestigio e rendere più ammirevole il cursus honorum che ha conosciuto come naturalista, zoologo e museologo: prima nei ranghi del Comune di Brescia, e in particolare del Museo di Scienze Naturali, poi nell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti, per il quale ha ricoperto incarichi di primissimo piano.
Come naturalista, nel corso di sue ricerche biospeleologiche, scopre alcune specie nuove per la scienza che oggi portano il suo nome: il Coleottero Curculionide anoftalmo Troglorhynchus blesioi (1983) e il Coleottero Colevide troglobio Boldoria ghidini blesioi (1988). Gli sono inoltre state dedicate altre specie nuove: il Coleottero Stafilinide Leptusa blesioi (1980) e l’Ofiuroide fossile del Trias bresciano Ophioleios blesioi (1975).
Cessati gli impegni professionali al Museo di Scienze, mette la sua sapienza a servizio dell’Ateneo di via Tosio, di cui è socio dal 16 aprile 1973 e consigliere dal 1977 al 1995, per assumere dal 1995 al 1999 l’incarico di vicesegretario e dal 1999 al 2016 quello di Segretario accademico. Muore a Brescia il 6 aprile 2024, all’età di 87 anni.
Santina “Tina” Gallinari Leonzi
Giornalista e scrittrice, fondatrice del MoICa (Movimento Italiano Casalinghe)
Brescia 19 settembre 1930 – 13 giugno 2024
Tina Leonzi ha salutato gli amici e le “sue casalinghe felici di esserlo” ben convinta di lasciare in eredità la buona semente dell’operare per scuotere metodi e coscienze assopite. Se ne è andata il 13 giugno 2024, portando con sé certezza e vanto di aver messo in circolo visioni diverse delle donne, viste come angeli del focolare ma, anche e soprattutto, protagoniste della storia.
Tina, nata nel 1930, ha una personalità forte che non ammette tentennamenti e rinunce, soprattutto quando si tratta di dar voce a chi di voce non ne ha. Dopo anni di lavoro e formazione alla politica, scende in campo con l’impegno di “dare alle donne piena dignità, per renderle protagoniste dentro e fuori casa, aiutarle a essere, contemporaneamente, casalinghe, spose e mamme, Marta e Maria, sempre e comunque donne intelligenti, raffinate, amate e rispettate…”.
È questa l’idea con cui Tina si presenta al direttore della rivista Madre, al tempo don Mario Pasini, proponendogli di camminare insieme per dare vita a un movimento che al centro metta le casalinghe, il loro tempo e il loro diritto di essere donne protagoniste nella società. L’intesa è immediata e “Madre” diventa la culla del MoICa (Movimento Italiano Casalinghe) che nasce l’11 novembre 1982. Con pazienza, Tina Leonzi impone il Movimento a livello nazionale, raccoglie consensi e anche, purtroppo, incomprensioni, tutte superate per far posto alle ragioni del Movimento. Nel corso degli anni, sotto la sua guida nascono gruppi MoICa in 130 località sparse su tutto il territorio nazionale.
Nel 1983 è cofondatrice della Fefaf (Fédération Européenne des Femmes Actives en Famille) e, nel 1994, è cofondatrice dell’Unica (Unione Intercontinentale Casalinghe), di cui è presidente per sei anni, dal 1994 al 2000, vice presidente dal 2000 al 2008 e, dal 2008, segretaria generale. Inoltre, è componente delle Commissioni Pari Opportunità di Regione Lombardia, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Brescia e componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Brescia.
Tina, giornalista e scrittrice, entra così nel novero delle benemerite, di coloro cioè che i diritti delle donne li conquistano giorno dopo giorno. Per questo la “Signora Moica” ha guadagnato sul campo la medaglia d’oro nell’ambito del Premio Bulloni, il titolo di Commendatore al merito della Repubblica, l’apprezzamento unanime per le pubblicazioni firmate e distribuite, il merito di fondare e presiedere l’Unione Intercontinentale Casalinghe, la responsabilità di far parte, dal 1990 al 1994, del Consiglio di Amministrazione dell’Asm di Brescia e di restare sempre e comunque la Tina che il titolo di “casalinga senza grembiule” lo portava orgogliosamente a spasso, ovunque.
Muore a Brescia il 13 giugno 2024, all’età di 94 anni.
Doralice Vivetti
Vicesindaca di Brescia
Cesano Maderno (Milano) 2 aprile 1934 – Brescia 9 ottobre 2024
Doralice Vivetti nasce in provincia di Milano da genitori bresciani. A seguito del trasferimento della famiglia a Brescia, studia all’Istituto Veronica Gambara, diventa maestra elementare e si dedica per 28 anni all’insegnamento.
È una delle prime donne a impegnarsi in politica e ad assumere ruoli di primo piano in città, mossa da un’ispirazione cristiana che l’ha porta a militare nelle fila della Democrazia Cristiana prima e della Margherita poi. È consigliera comunale ininterrottamente dal 1975 al 1994. Ricopre una prima volta il ruolo di assessore all’Assistenza e all’Igiene dal 1977 al 1980, con sindaco Cesare Trebeschi.
In questa fase partecipa alla storica udienza del Consiglio comunale di Brescia in Vaticano con papa Paolo VI, avvenuta il 10 dicembre 1977. Successivamente, dal 1990, è assessora alla Cultura. Dal 27 gennaio al 30 luglio 1992 è vice sindaca nella giunta guidata dal socialista Gianni Panella: è la prima donna a ricoprire questo incarico dopo Antonia Oscar Abbiati, che lo era stata con i sindaci Ghislandi e Boni. Successivamente, è assessora della giunta guidata da Paolo Corsini fino allo scioglimento del Consiglio comunale, avvenuto nel giugno del 1994.
I tanti impegni in istituzioni pubbliche e nella società civile, che ha assolto con passione e un rigore da tutti riconosciuti, sono stati pubblicamente encomiati con il titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, conferitole il 2 giugno del 2003. Per sette anni, a partire dal 1970, su nomina dell’Amministrazione provinciale, è membro del Consiglio d’amministrazione degli Spedali Civili, in un’epoca in cui la governance dell’ospedale cittadino è espressione della politica locale. Forte della sua esperienza nel settore dei Servizi sociali, e in particolare dell’assistenza agli emarginati, nel 1994 è eletta presidente del Centro bresciano di Solidarietà Onlus, organismo di volontariato che fra i primi si occupa in città del soccorso e del recupero dei giovani travolti dalla piaga della tossicodipendenza. Vivetti ricopre anche il ruolo di presidente della commissione per il progetto «Obiettivo anziani» in Regione.
Dal 2000 al 2006, per due mandati, è presidente della Fondazione Asm, creata nel 1999 per mantenere vivo il legame fra la storica Azienda dei Servizi Municipalizzati (nel frattempo fusasi con la milanese Aem per dar vita ad A2A) e la città, e perseguire finalità di educazione, istruzione, ricreazione, cultura, assistenza sociale, ricerca scientifica e promozione culturale attraverso il sostegno a soggetti del terzo settore e a istituzioni.
Nel 2017 è nominata membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Grande, nata nel 2010, che gestisce il Grande e che ha come obiettivi primari la valorizzazione della tradizione, la contemporaneità, la pluridisciplinarità e i giovani. Anche in questo ruolo, Doralice Vivetti profonde la propria esperienza amministrativa, sensibilità culturale e curiosità intellettuale. Infine, è componente del Gruppo Promozione Donna che indice il premio “Laura Bianchini”, ideato per segnalare donne impegnate nella società bresciana.
Muore a Brescia il 9 ottobre 2024, all’età di novant’anni.









































