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Bresciani sempre più poveri, aumentano le diseguaglianze

I bresciani sono sempre più poveri, anche rispetto alle altre altre province lombarde. Il reddito pro capite di Brescia è inferiore a Bergamo e molto sotto Milano, che rimane il polo economico più forte. Questo emerge dai dati del rapporto sui redditi di OVeR – (Osservatorio Vulnerabilità e Resilienza) promosso dalle ACLI lombarde insieme a IRS (Istituto per la Ricerca Sociale).

Nel pieno della campagna fiscale, le Acli bresciane definiscono preoccupante trend dell’ultimo quinquennio sui redditi dei bresciani. Numeri figli delle elaborazioni delle dichiarazioni dei redditi ricevute dal Caf Acli Brescia, un osservatorio che può vantare l’aumento costante della propria utenza dal 2019.

“Dall’anteprima del rapporto OVeR 2025, ovvero dalle prime elaborazioni dei dichiarativi 730/2024 di Lombardia e province, emergono alcuni fenomeni preoccupanti – sottolinea Fabrizio Molteni, vicepresidente delle Acli bresciane – negli ultimi cinque anni è aumentata la forbice tra ricchi e poveri, tutelati e precari, strutturati e vulnerabili; si è assottigliato inesorabilmente il ceto medio, per cui molte scelte di vita (comprare casa, avere figli, prendersi cura dei propri cari) diventano sempre più complesse o impattanti; sono aumentate, anno dopo anno le difficoltà nell’accesso ai servizi di welfare (sanità, sociale, istruzione, etc.) e, dunque, ai diritti”.

Molteni sottolinea delle storture, o comunque penalizzazioni nei confronti di alcuni cittadini. Ad esempio il nuovo assegno unico, il sostituto delle detrazioni, che da un paio di anni va a fare cumulo nel calcolo dell’Isee. Questo significa che famiglie già in difficoltà (tanto da avere diritto all’assegno) si vedono aumentare il reddito facendo loro perdere la possibilità di accedere a bonus quali dote scuole e dote sport. Quest’anno la disuguaglianza è ulteriormente acuita dal fatto che vengono tolti dal calcolo ai fini Isee i depositi postali e del tesoro fino a 50mila euro. “Questo – spiega Molteni – rischia di aiutare chi ha di più e penalizzare chi ha di meno”.

L’erosione del potere d’acquisto è stata meno marcata a Brescia rispetto ad altre province, dato figlio di un reddito medio pro capite inferiore al resto della Lombardia. Le disuguaglianze di reddito a Brescia sono inferiori a quelle regionali e milanesi, segno di una maggiore equità sociale, anche se va colmato il divario di reddito rispetto a Milano e migliorato il potere d’acquisto dei cittadini bresciani. Per quel che riguarda le abitudini di spesa dei bresciani, tra il 2019 e il 2023 si è registrato un aumento di tutte le voci di spesa. In particolare, il valore medio delle spese per immobili è cresciuto del 36,3%, quello delle spese per istruzione e sport del 7,7%, e quello delle spese sanitarie del 6,4%.

Sintesi dei dati della provincia di Brescia rispetto alla Lombardia, Milano e Bergamo, basata sui dati Caf Acli.

Redditi Dichiarati: il reddito nominale pro capite nel 2023 è stato

Brescia è al di sotto della media lombarda e nettamente inferiore a Milano, che beneficia di una maggiore concentrazione di redditi elevati

Potere d’Acquisto: il potere d’acquisto è sceso ovunque, con un calo del reddito equivalente a valore costante

Brescia ha subito meno l’erosione del potere d’acquisto rispetto alle altre province e alla regione. Potrebbe sembrare una buona notizia, ma è anche perché “schiacciato” verso il basso (ad esempio il Reddito Equivalente Pro Capite nel 2023 è stato 17.216€ a Brescia contro i 19.555€ della Lombardia)

Disuguaglianze e Quintili di Reddito: le disuguaglianze sono aumentate ovunque

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