Sostenere e valorizzare la figura del caregiver familiare, la persona che per scelta assiste e si prende cura di un parente infermo o disabile, è l’obiettivo della Legge Regionale approvata oggi in aula del Consiglio.

Una legge che intende colmare un vuoto legislativo a livellonazionale, dove ancora non è riconosciuto il ruolo dei caregiver (si calcola siano circa 3 milioni in Italia, per la maggior parte donne) e dove non esiste una norma che indichi tutele e agevolazioni per chi quotidianamente si prende cura di un familiare fragile non autosufficiente, con disabilità comunque bisognoso assistenza e che, per tale ragione, in molti casi ha dovuto abbandonare l’attività lavorativa.


«Con questo provvedimento – sottolinea Simona Tironi (Forza Italia), prima firmataria della legge e Vicepresidente della Commissione III Sanità e Politiche Sociali -, Regione Lombardia ha adottato una normativa modello, all’avanguardia a livello nazionale, che valorizza una figura diffusa e, oggi più che mai, indispensabile. Una figura, al 90% si parla di donne, che si annulla per sostenere e migliorare la qualità di vita dell’assistito e che finalmente ora può contare su un riconoscimento istituzionale e sull’integrazione con il sistema sanitario, sociosanitario e sociale».

Ai primi di ottobre la Commissione Sanità di Regione Lombardia aveva dato il via libera alla legge sul sostegno e la valorizzazione del caregiver familiare, per la quale è previsto uno stanziamento complessivo di quasi 900.000 euro nel prossimo triennio. Per quanto riguarda la definizione di caregiver era stato accolto un emendamento che fa riferimento alla legge nazionale 205 del 2017 e specifica che si tratta di un “soggetto che, integrandosi coi servizi sociali, sociosanitari e sanitari, contribuisce al benessere psicofisico della persona assistita e opera nell’ambito del piano assistenziale individualizzato assistendola e supportandola. 

La legge approvata oggi in Consiglio regionale è frutto di un lavoro durato mesi, coordinato dalla Vicepresidente Tironi, che ha preso in considerazione i tre progetti di legge depositati da PD, FDI, Lega, poi abbinati, l’iniziativa popolare #iosonocargiver e le due proposte di legge al Parlamento. 

“ll lavoro in Commissione – aggiunge Tironi – oltre ad approfondire ogni singolo aspetto, ha permesso di superare le barriere ideologiche e le diversità di impostazione dei progetti iniziali, tenendo al centro dell’attenzione i bisogni del caregiver, come ad esempio la necessità di trovare un impiego o di reimpiegarsi una volta che sia giunto a termine il periodo dell’assistenza».

Nello specifico, la Legge è composta da 9 articoli, definendo ambiti competenze del caregiver all’interno del sistema dei servizi pubblici e privati; stabilisce, inoltre, funzioni della Regione e dei Comuni per assicurare sostegno e affiancamento al caregiver per svolgere assistenza qualificata, sulla base di un attestato di competenza, anche avvalendosi di specifici percorsi formativi. L’attenzione viene, infine, rivolta all’inserimento lavorativo del caregiver, una volta terminata l’attività di cura.

Per quanto riguarda gli interventi a favore dei prestatori di cure, Regione Lombardia, nei limiti delle risorse disponibili, prevede forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la fornitura di ausili e presidi, la stipula di polizze calmierate a favore dei caregiver, percorsi di supporto psicologico, promuovendo la collaborazione con tutti i soggetti istituzionali ed il Terzo settore, in un’ottica di rete di sostegno alla famiglia.

«Abbiamo ritenuto necessaria un’azione forte da parte di Regione Lombardia – conclude Tironi -, che conta una delle più alte percentuali di caregiver familiari di tutta l’Italia. Un lavoro emerso da mesi di confronto e di grande impegno che hanno portato alla realizzazione di una legge per il benessere di tutti quei cittadini che sacrificano quotidianamente la propria vita per assistere i propri cari».

Con la nuova Legge Regionale sul caregiver familiare, la Lombardia compie un altro importante passo in avanti nella costruzione di un modello di politiche per la famiglia innovativo e strategico. Si tratta, infatti, di un intervento fondamentale per andare incontro alle moltissime persone (un numero in costante crescita) che con molti sacrifici personali, decidono di prendersi cura dei propri cari, le quali finalmente possono contare, nel territorio, su un riconoscimento istituzionale e soprattutto su una rete di sostegno vera e compota da gli attori fondamentali del nostro sistema sanitario, sociosanitario e sociale.