L’introduzione del pedaggio sulla Corda Molle riapre il confronto politico e accende la critica di Fabrizio Benzoni ed Emilio Del Bono, che contestano al ministro Matteo Salvini un cambio di linea rispetto alle promesse degli ultimi due anni. I due esponenti sostengono che il territorio aveva ricevuto rassicurazioni chiare sulla gratuità della tratta e che l’annuncio delle ultime ore rappresenti, a loro giudizio, una smentita degli impegni assunti.
Benzoni e Del Bono ricordano diverse dichiarazioni pubbliche di Salvini, dalle comunicazioni alla Camera nel 2024 e nel 2025 fino all’uscita di maggio a Polpenazze, in cui il ministro aveva escluso l’ipotesi del pedaggio. Citano inoltre l’ordine del giorno Almici approvato nel luglio 2025, che chiedeva di evitarlo, e il successivo intervento dello stesso Salvini, che aveva ribadito l’intenzione di “non gravare sui residenti”.
Secondo i due esponenti, l’annuncio del pedaggiamento solleva interrogativi anche su eventuali agevolazioni, ancora senza dettagli, e sul possibile coinvolgimento economico dei Comuni. Un altro elemento segnalato riguarda il traffico dei mezzi pesanti: a loro avviso, il pedaggio potrebbe spingere molti autotrasportatori a tornare sulle strade interne, aumentando traffico e inquinamento nei centri abitati.
Benzoni e Del Bono contestano inoltre l’idea che la previsione del pedaggio sia attribuibile ai governi più recenti e richiamano un documento del 2005, firmato dall’allora ministro Pietro Lunardi, dove compare la prima attestazione formale della misura. Per i due esponenti, questo elemento chiarisce l’origine della previsione e contrasta la narrazione che ne attribuisce la responsabilità ad altre fasi politiche.
Dopo due anni di dichiarazioni ritenute non coerenti, Benzoni e Del Bono affermano che la vicenda dimostra una distanza tra le rassicurazioni date ai cittadini e quanto emerge dagli atti ufficiali. Secondo loro, il territorio ora chiede chiarezza su costi, modalità e ripercussioni della scelta.
