L’accusa è quella di truffa aggravata ai danni dello Stato. A muoverla a carico di due bresciane è la Procura della Repubblica di Milano.

In particolare, le due donne avrebbero ricevuto fondi dall’INPS per un milione e duecentomila euro per corsi di formazione che non si sarebbero nemmeno svolti o comunque svolti in maniera irregolare. Le due cittadine bresciane, ora ai domiciliari, sono amministratrici di due delle tre aziende che avrebbero fatto affari a spese dei Fondi paritetici professionali aziendali per la formazione di dirigenti e dipendenti.

Secondo l’accusa le due donne avrebbero falsificato i registri e il piano formativo. Non solo. Per incassare i fondi ai partecipanti venivano alterate le firme, ma anche la scelta dei giorni di lezione e delle ore di svolgimento. Gli inquirenti durante la ricostruzione dei fatti si sono avvalsi delle testimonianze dei docenti che hanno affermato di non aver mai tenuto una formazione continua come quella emersa dai registri delle due amministratrici.

Addirittura sarebbero stati alterati anche i contenuti didattici dei corsi.