L’accordo tra Europa e Stati Uniti fissa i nuovi dazi al 15%, scongiurando l’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe colpito duramente l’agroalimentare italiano. Ma per Coldiretti non basta: servono compensazioni europee per le filiere più esposte, a partire dal vino.

“Il nuovo assetto tariffario avrà impatti differenziati e deve essere accompagnato da compensazioni Ue per i settori penalizzati, anche considerando la svalutazione del dollaro – spiega il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – Aspettiamo di leggere la lista dei prodotti a dazio zero e auspichiamo che vi rientri il vino, altrimenti pesantemente colpito.”

L’organizzazione agricola ribadisce il no all’ingresso di prodotti che non rispettano gli standard sanitari, ambientali e sociali europei e chiede di difendere le Indicazioni Geografiche, garanzia di qualità e origine del Made in Italy.

“Abbiamo sempre spinto per un accordo per superare l’incertezza che stava creando danni alle imprese – aggiunge il segretario generale Vincenzo Gesmundo – Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale, ma dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni e dall’italian sounding, che solo negli Usa provoca perdite per oltre 40 miliardi di euro l’anno.”