A colpire sono soprattutto i dati: nel 2021 il Coordinamento per reperimento, donazione e prelievo di organi e tessuti ai fini di trapianto dall’ASST Spedali Civili di Brescia ha regalato una nuova speranza di vita a 78 persone bisognose di trapianto e ha contribuito, con 387 prelievi di tessuti, alla cura di oltre 3.500 pazienti.

Se confrontiamo questi numeri con il 2019 (56 riceventi di organi, 363 prelievi di tessuti) è facile accorgersi di come, nonostante la pandemia, il Centro sia stato capace di far crescere la sua attività e, di conseguenza, il numero di persone che hanno potuto riprendere una vita grazie al generoso gesto del dono di organi e tessuti. Si tratta di un caso unico a livello regionale.

È in questo contesto che un decreto regionale di inizio maggio mette al centro della politica sanitaria regionale l’attività di donazione e trapianto, non più vissuta solo come un impegno morale, ma come un concreto tema organizzativo.

“I problemi legati alla donazione che le diverse Aziende devono affrontare sono gli stessi, ma ogni organizzazione le affronta in modo unico e creativo: noi siamo qui per verificare la capacità di ogni Centro di contribuire al sistema regionale, ma soprattutto per raccogliere le migliori soluzioni ed estenderle alle altre realtà – ha detto Giuseppe Piccolo, direttore del Coordinamento Regionale Trapianti durante una isita al Civile – Brescia ha molto da insegnare, ad esempio, nella capacità di comunicare con trasparenza la propria attività, aumentando la fiducia dei cittadini e quindi il numero delle donazioni: i numeri lo dimostrano”.

Durante questa visita sono emerse diverse possibilità di gestione perché possa lavorare nel migliore dei modi senza ad esempio intererire con la pianificazione delle attività chirurgiche. Il 2022 diventa quindi un “anno zero” di un percorso che intende armonizzare il sistema di donazione e trapianto lombardo e renderlo ancora più competitivo con quello delle altre Regioni italiane. In questo percorso il Civile non può che essere un punto di riferimento per un territorio che – numeri alla mano – è capace di grande generosità.