21 persone finite nei guai, tre ora si trovano in carcere, una ai domiciliari e tre sono attualmente latitanti. Si tratta di 10 di nazionalità albanese, 9 di nazionalità italiana, una di nazionalità marocchina e una di nazionalità senegalese. Sono i numeri di un’operazione contro lo spaccio di cocaina portata avanti dalla squadra mobile della Questura sotto la guida della Direzione investigaviva antimafia e della Procura di Brescia.

L’attività investigativa, diretta dal sostituto procuratore Claudia Moregola e dal sostituto procuratore Claudia Passalacqua, è iniziata nel 2019 ed è terminata nel marzo 2021. Le verifiche hanno permesso di individuare un gruppo di spacciatori albanesi che, con l’appoggio di persone italiane, smerciavano cocaina nel bresciano a quella che viene definita “una miriade” di clienti. Attività proseguita in modo indisturbato anche durante i lockdown.

Il gruppo si era strutturato in modo da ricevere gli ordini telefonicamente. Successivamente la cocaina veniva consegnata in un punto prestabilito o anche a domicilio. Per fare ciò la banda si era creata una vera e propria infrastruttura con abitazioni, ambienti di stoccaggio, auto e utenze telofinoche non riconducibili agli indagati.

E proprio come un negozio, gli spacciatori avevano studiato un metodo di fidelizzazione dei clienti attraverso sconti sul prezzo o pagamenti a credito.

Un servizio, quello messo in campo dalla banda, che aveva convinto visto che sono ben un centinaio i tossicodipendenti identificati come clienti. Ma non mancavano anche piccoli spacciatori che qui si rifornivano per poi rivendere la cocaina.

Pare che uno dei fermati, per eludere i controlli delle forze dell’ordine, effettuasse l’attività di spaccio con il figlioletto piccolo al seguito.

Nel corso dell’attività sono state fermate 7 persone ini flagranza di reato e sono stati effettuati numerosi sequestri di droga: 2 chili totali di cocaina di cui oltre 250 dosi pronte alla vendita.