Elezioni 2018: un eruoparlamentare, tre sindaci costretti alle dimissioni

Le politiche e le regionali regalano un europarlamentare alla provincia di Brescia. Mentre si compone a fatica il quadro degli eletti che andranno a Roma a sostenere il centrodestra, a Bruxelles l’effetto domino delle dimissioni forzate porterà sugli scranni dell’europarlamento Danilo Oscar Lancini, già sindaco di Adro balzato agli onori della cronaca prima per gli adesivi a forma di Sole delle Alpi posto sui muri della nuova scuola d’infanzia. Un gesto che lo portò all’arresto nel 2013 e la condanna a tre anni. Oscar Lancini sarà eletto dopo una serie di dimissioni a catena che iniziano da quelle di Matteo Salvini. In provincia invece sono tre i primi cittadini appena eletti a Milano: si tratta di Francesco Ghiroldi e Floriano Massardi, sindaci leghisti di Piancogno e Vallio Terme, ed Alessandro Mattinzoli, sindaco di Sirmione ed esponente di Forza Italia di cui è coordinatore provinciale. I tre dovranno quindi rinunciare al ruolo, come impone la legge: due le strade per sanare l’incompatibilità. La prima partirebbe dalle dimissioni dalla carica di sindaco aprendo la procedura di scioglimento del consiglio comunale, la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà il Comune fino alla tornata amministrativa dell’anno prossimo. La seconda affidando al consiglio comunale il compito di rilevare l’incompatibilità, concedere al sindaco un lasso di tempo per scegliere, in assenza di una manifestazione di volontà il consiglio delibera la decadenza, avviando comunque la procedura di scioglimento del consiglio e quindi le successive elezioni. In questo caso però a condurre il paese alle urne sarà il vice sindaco a cui la legge trasmetterà il testimone del sindaco.