Ci sono due bresciani fra le tre vittime dell’esplosione avvenuta nella notte in un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona. Si tratta di Valerio Daprà, 56 anni, nato a Brescia, brigadiere capo qualificato scelto del Nucleo Radiomobile di Padova, e di Marco Piffari, 56 anni, comandante della Squadra Operativa Supporto del Battaglione Mobile di Mestre. La famiglia di Piffari vive a Rezzato.
Daprà era nell’Arma dal 1988, aveva una compagna e un figlio di 26 anni. Piffari, nato a Taranto e arruolato nel 1987, amava l’equitazione e la moto. Era molto attivo sui social, dove raccontava spesso la vita nell’Arma e condivideva pensieri personali. Insieme a loro ha perso la vita Davide Bernardello, 36 anni, carabiniere scelto nato a Camposampiero (Padova) e in servizio dal 2014.
I tre appartenevano al Nucleo Radiomobile di Padova e facevano parte dell’aliquota di primo intervento, il reparto addestrato a operare nelle situazioni più delicate. L’esplosione è avvenuta durante un’operazione di sgombero. Due sospettati si trovano in ospedale, mentre una terza persona è stata fermata e sarà ascoltata dagli inquirenti.
Il procuratore di Verona Raffaele Tito ha definito quella di Castel d’Azzano “una scena apocalittica” e “una delle cose più brutte della mia vita: vedere il lenzuolo bianco sulla divisa dei carabinieri”.
Sono numerosi i messaggi di cordoglio arrivati nelle ultime ore. In una nota, il presidente della Provincia Emanuele Moraschini, il consigliere delegato alla Sicurezza Daniele Mannatrizio e il comandante della Polizia provinciale Dario Saleri hanno espresso vicinanza alle famiglie e all’Arma, ricordando “due validi servitori dello Stato caduti nell’adempimento del loro dovere”.
I gruppi consiliari di centrodestra in Loggia hanno parlato di “immenso dolore”, annunciando che nel corso della prossima seduta del Consiglio comunale sarà chiesto un momento di raccoglimento in sua memoria.
Nell’esplosione sono rimaste ferite 17 persone.