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Esumazioni al Vantiniano, assolte le due funzionarie comunali

Si è chiuso con un’assoluzione piena il processo a carico delle due funzionarie del Comune di Brescia imputate per le esumazioni al cimitero monumentale Vantiniano, relative alle tombe dei bambini mai nati. Il giudice ha stabilito che le imputate “non hanno commesso il fatto”, respingendo le richieste di condanna a due anni avanzate dall’accusa.

La vicenda, scoppiata nel 2021, aveva riguardato la rimozione di circa 2.500 sepolcri nel riquadro dedicato ai “bimbi mai nati”, suscitando lo sdegno di molte famiglie che si dissero non adeguatamente avvisate. Le due dirigenti comunali erano state accusate di vilipendio di cadavere, violazione di sepolcro e distruzione di resti, contestazioni oggi cadute con la sentenza di assoluzione.

“La sentenza conferma che le nostre dipendenti hanno rispettato le regole e svolto il loro lavoro con serietà e professionalità – sottolinea la sindaca Laura Castelletti – Ho sempre avuto fiducia nella loro integrità e oggi il tribunale riconosce in modo netto la correttezza del loro operato. Questa vicenda ha toccato in profondità la nostra comunità, soprattutto le famiglie coinvolte, che hanno vissuto momenti di comprensibile dolore e smarrimento. A loro rinnovo la vicinanza mia e dell’Amministrazione, garantendo che il Comune continuerà ad adoperarsi affinché la gestione dei servizi cimiteriali sia sempre più rispettosa e attenta alle persone”.

“Il pronunciamento della magistratura mette fine a un periodo difficile e restituisce una meritata serenità alle persone che hanno visto il proprio lavoro messo in discussione e che oggi hanno ricevuto una piena assoluzione – aggiunge il direttore generale Marco Baccaglioni – Abbiamo già attivato, come struttura, un percorso che rafforzi i processi organizzativi e di comunicazione, con l’obiettivo di evitare future incomprensioni e di assicurare sempre la massima chiarezza verso i cittadini. Questa esperienza ci ricorda quanto sia importante, soprattutto nei servizi più delicati, unire rigore amministrativo e attenzione umana. Dietro ogni procedura ci sono storie, affetti e sentimenti che meritano rispetto”.

Le famiglie parte civile, secondo quanto riferisce l’Ansa, hanno espresso amarezza e delusione per una decisione che non ha dato il riconoscimento che attendevano al dolore vissuto.

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