L’export bresciano segna una frenata nel secondo trimestre 2025. Lo rilevano i dati Istat rielaborati sia da Confapi Brescia che da Confindustria Brescia, concordi nel fotografare un calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro.

Nel primo semestre dell’anno le esportazioni hanno raggiunto quota 10,38 miliardi, con una contrazione dello 0,2% su base annua. Un risultato che pone Brescia in controtendenza rispetto a Lombardia (+4,5% secondo Confapi, +2,8% secondo Confindustria) e Italia (+1,2% e +2,1%).

Tra i mercati di riferimento, pesano le difficoltà dei partner storici: Germania (-0,7/-0,9%), Francia (-0,8/-1,6%) e soprattutto Stati Uniti (-4,4/-5,0%), penalizzati anche dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro. Segnali positivi arrivano invece dall’India (+38/45%) e dal Regno Unito (+14,6% rilevato da Confindustria). In forte calo la Cina (-17%).

Guardando ai settori, Confindustria segnala crescite nei prodotti alimentari e tessili, mentre all’interno della metalmeccanica si salva solo la metallurgia (+1,4%).

Sul fronte delle importazioni, entrambe le associazioni evidenziano una crescita: 3,3 miliardi nel trimestre (+3,2%). Ne risente il saldo commerciale, sceso ai valori minimi dal 2020 (3,9 miliardi).

“Le difficoltà non sorprendono, ma ordini e produzione industriale indicano che le nostre PMI restano resilienti” commenta Pierluigi Cordua, presidente di Confapi Brescia e Lombardia, sottolineando i nodi aperti di costi energetici e burocrazia.

Per Maria Chiara Franceschetti, vicepresidente di Confindustria Brescia con delega all’internazionalizzazione, “il quadro globale resta incerto e l’apprezzamento dell’euro ha inciso sulle vendite extra Ue. Ma il Made in Brescia ha sempre dimostrato capacità di reazione e continueremo a supportare le imprese nell’affrontare queste sfide”