Dopo più di un anno dal suo arresto, lunedì mattina è stato ascoltato in Tribunale l’ex primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, accusato di aver causato la morte di alcuni pazienti covid attraverso l’iniziezione di farmaci letali.

“Non metto in discussione che sia stato trovato il Propofol nel corpo del paziente Paletti durante l’autopsia, ma non so darmi spiegazione. Alla mia presenza non è stato usato il Propofol, non si è somministrato, qualcuno ce lo ha messo – si è difeso Mosca in aula – A mia insaputa chiunque poteva utilizzarlo, magari qualcuno a cui non stavo simpatico. Io sicuramente non l’ho messo”.

Il medico ha poi ventilato l’ipotesi che qualcuno possa aver compiuto questo gesto proprio per colpire il primario: “È fuori dubbio che un infermiere può iniettare il Propofol per una cattiveria contro di me. Io mi sono fatto le mie idee”.

Una vicenda delicata e senza dubbio complessa che per il momento vede il medico 49enne ancora agli arresti domiciliari.