Il commercio bresciano perde pezzi. Secondo i dati Movimpresa-Infocamere aggiornati al secondo trimestre 2025, le imprese del settore sono 23.380: quasi duemila in meno rispetto al 2019 (-7,5%). Un calo tra i più consistenti insieme a quello dell’industria, che riflette la crisi strutturale del dettaglio tradizionale e la stagnazione dei consumi.

“Il commercio sta pagando un prezzo molto alto – spiega Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti Lombardia Orientale – servono piani di sostegno per innovazione, digitalizzazione e rilancio dei negozi di prossimità, presidio insostituibile per la qualità della vita nei quartieri e nei paesi”.

In dieci anni in Italia hanno chiuso oltre 23.500 attività di base nei piccoli comuni, mentre cresce l’e-commerce: nel 2023 sono stati consegnati 906 milioni di pacchi. “La riduzione dei punti vendita – aggiunge Quaresmini – non è solo un problema economico ma anche sociale: rischiamo lo svuotamento dei centri storici e la perdita di servizi essenziali”.

Un quadro meno critico arriva dal Garda, dove la presenza turistica sostiene il commercio. “La domanda è più dinamica e diversificata – osserva Andrea Maggioni, coordinatore Confesercenti Lago – e permette alle imprese di reggere meglio l’impatto di un mercato interno debole”.

Confesercenti chiede alle istituzioni misure concrete: meno burocrazia e tasse, sostegno alla digitalizzazione, valorizzazione dei centri storici, formazione e riqualificazione degli operatori. Positivo il giudizio sul bando regionale “Nuova Impresa nei Piccoli Comuni e Frazioni”, ritenuto uno strumento utile a mantenere vivi servizi e socialità nei territori.