Un’ispezione a sorpresa al carcere di Canton Mombello ha portato l’eurodeputata Ilaria Salis a denunciare una situazione che definisce “di grave e strutturale violazione dei diritti fondamentali delle persone detenute”.

Secondo quanto da lei rilevato, nell’istituto sono presenti 371 persone recluse a fronte di una capienza regolamentare di 186 posti, quasi il doppio del previsto. Una condizione che – ha ricordato – non consente il rispetto della sentenza Torregiani della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha già condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti legati proprio al sovraffollamento.

Salis ha descritto celle estremamente ridotte, dove in alcuni casi dormono fino a dodici persone costrette a condividere un unico bagno. “L’acqua esce esclusivamente bollente e le docce coincidono con il bagno alla turca”, ha dichiarato.

Particolare preoccupazione, ha aggiunto, riguarda il quarto piano dell’istituto, dove sarebbe diffusa un’infestazione di cimici: “I detenuti portano sul corpo i segni delle punture e ogni sera tentano disinfestazioni artigianali, in assenza di un intervento adeguato”.

Un altro punto critico riguarda, secondo l’eurodeputata, il “massiccio ricorso agli psicofarmaci”, che a suo dire non rappresenterebbe una cura ma soltanto “una gestione passiva del disagio prodotto da condizioni di vita intollerabili”.

L’atmosfera all’interno del carcere, ha riferito, è segnata anche dal recente suicidio di un detenuto: “Non si trattava del primo tentativo e molti altri si sentono sul punto di fare lo stesso”.

Per Salis, Canton Mombello è l’emblema della crisi del sistema penitenziario italiano, caratterizzato da sovraffollamento, degrado e mancanza di percorsi riabilitativi. Da qui l’appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Urgono misure di clemenza per ridurre immediatamente la pressione sulle carceri. L’Italia, se vuole dimostrarsi un Paese civile, non può tollerare oltre questa situazione indegna”.