
“La manovra va riscritta totalmente. Non ha nulla di sociale: premia pochi e colpisce tantissimi.” Parte da qui la posizione di Maurizio Murari, Cobas Brescia, che questa mattina ha preso parte allo sciopero generale che ha coinvolto numerosi settori e che fa seguito alle mobilitazioni di autunno.
Per il sindacato, il provvedimento economico varato dal Governo è “altamente iniquo” e non affronta il tema cruciale dei salari, che in Italia restano tra i più bassi d’Europa. “Lavoratori e lavoratrici sono condannati a stipendi da fame, e le statistiche lo certificano”, afferma Murari. Una condizione che, aggiunge, pesa anche sui pensionati “colpiti da un aumento della tassazione” e privi di misure di reale sostegno al reddito.
Il rappresentante Cobas parla poi delle ricadute della manovra su sanità, scuola e servizi pubblici, denunciando la riduzione dei fondi destinati a settori considerati essenziali. In particolare, la sanità pubblica, definita “penalizzata al punto da costringere la gente comune a rivolgersi al privato con spese che diventano una nuova tassa non dichiarata”.
La critica più dura riguarda però le risorse destinate al riarmo: “non dovrebbe essere destinato un euro a questa voce”, sostiene Murari, convinto che quei fondi vadano invece reindirizzati verso servizi e welfare, in un quadro sociale già segnato da precarietà e bassi salari.
Lo sciopero generale, sottolineano i Cobas, intende dunque tenere alta l’attenzione sia sulla politica economica nazionale che sulle tensioni internazionali, chiedendo un cambio di rotta che, nelle parole del sindacalista, “metta davvero al centro le persone”.