Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica prende atto dell’approfondimento svolto dal deputato Enrico Borghi (Pd) ed esprime preoccupazione sull’utilizzo di tecniche per rendere virali le notizie. Soprattutto la pandemia di Covid-19 è stata al centro di una diffusa attività di disinformazione on line, nella quale si sono inseriti attori statuali, attori strutturati (think tank, stakeholder, professionisti della comunicazione, speculatori e gruppi industriali con forti cointeressenze rispetto ai paesi d’origine), che intendono manipolare il dibattito politico interno, influenzare gli equilibri geo-politici internazionali, incitare al sovvertimento dell’ordine sociale e destabilizzare l’opinione pubblica in merito alla diffusione del contagio e alle misure di prevenzione e di cura.

In una nota del Copasir si legge che profili fake, rilancio di post facebook, siti esteri che diffondono in modo coordinato su numerose piattaforme e account notizie fuorvianti, sono solo alcune delle forme dei fenomeni di disinformazione riconducibili al mondo del web, volti a creare sovraccarico informativo circa l’individuazione dei vaccini, i rimedi terapeutici e gli strumenti diagnostici efficaci a fronte del contagio da Covid-19. L’attività infodemica rilevata si inquadra in un contesto geopolitico nel quale il coronavirus rappresenta il palcoscenico perfetto che alcuni regimi autocratici aspettavano per mostrare una supposta, e non provata, maggiore efficienza e capacità, rispetto alle democrazie occidentali. Sia pure con posture differenti tra loro sull’ idea di ordine globale, gli attori principali della campagna di disinformazione hanno inserito tale attività in un quadro di parallelismo, posizionando l’Italia come target.

Le caratteristiche dell’attività svolta, peraltro, sono state oggetto anche di una attività di verifica da parte dello European External Action Service (agenzia diplomatica della Ue), che ha registrato la diffusione di fake news in inglese, spagnolo, tedesco e francese allo scopo di alimentare il panico e creare un clima di sfiducia ostacolando la comunicazione ufficiale europea di risposta alla crisi epidemiologica. In tale contesto, le relazioni internazionali, lungi dal limitarsi alle sedi istituzionali e alle dichiarazioni ufficiali, possono risentire anche dell’azione di una pluralità di attori strutturati, che tendono a supportare o screditare la reputazione statuale non solo attraverso la disinformazione, ma spesso con la diffusione di messaggi fuorvianti, decontestualizzati o parziali, che raggiungono il pubblico globale. Approfittando della estrema sensibilità dell’opinione pubblica sul tema, si tende a fomentare polemiche contro l’Unione europea e i Paesi dell’Alleanza euro-atlantica. © Agenzia Nova – Riproduzione riservata