Forse un falso allarme ad ingigantire, se mai ce ne fosse bisogno, il mistero della sparizione della piccola Iushra Gazi: la ragazzina pakistana di 12 anni svanita nel nulla il 19 luglio scorso. Il mistero è quello delle ossa ritrovate a Cariadeghe nei boschi dove per l’ultima volta era stata avvistata la piccola affetta dalla sindrome d’autismo.

Ossa si, ma di origine animale. Questo è quanto hanno fatto sapere in Questura a Brescia sulla notizia circolata nella giornata di domenica sul presunto ritrovamento di ossa umane. I tessuti ritrovati sono stati inviati ai laboratori di Parma del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri.

La macabra scoperta risale alla fine di settembre, quando il raggio delle ricognizioni delle squadre della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e delle unità cinofile fu allargato. Dallo stretto riserbo mantenuto sulle indagini è tuttavia trapelato che un omero, una sezione di gabbia toracica ed altri frammenti di ossa sarebbero stati refertati all’inizio di dicembre all’Ospedale Civile.

Lo stato di decomposizione dei tessuti sarebbe a prima vista compatibile con i cinque mesi che il corpo della bambina avrebbe trascorso all’aperto, alla mercè di animali selvatici. Non è però chiaro se si tratti di nuovi reperti o degli stessi scoperti a fine settembre: il mistero sulla sorte della piccola Iushra continua.