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Mostra Rinascimento, Castelletti “i Musei non sono la Centrale del Latte”

“Nessun buco anche perchè le previsioni coincidono”. La sindaca di Brescia Laura Castelletti è lapidaria sull’accusa della minoranza in Loggia di un “buco economico” della Mostra sul Rinascimento bresciano .

E in risposta ai “mancati risultati economici” denunciati dall’opposizione, la Sindaca aggiunge: “non siamo di fronte alla Centrale del Latte. I musei hanno una chiara vocazione che è indicata dall’associazione mondiale dei Musei che dichiara che sono delle Istituzioni senza scopo di lucro che hanno la funzione di accompagnare, di far crescere nell’ambito delle città educazione, sensibilità, valorizzazione del patrimonio, renderle soprattutto accessibili a tutti”

Poi la “stoccata” alla Provincia sulla gratuità dei musei. “L’accessibilità a tutti è la ragione per la quale – conclude la Sindaca – abbiamo puntato in questi 5 anni nella gratuità ai residenti della città. Per la stessa ragione rilancio nella direzione della Provincia. Credo che la gratuità dei musei, accollarseli a bilancio da parte della Provincia per offrire questa opportunità a tutti i residenti della Provincia di Brescia sia fondamentale”.

LA MISSION DI BRESCIA MUSEI : FAR CRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA DELL’IMPORTANZA DEL PATRIMONIO DELLA CITTÀ

Di “far crescere la consapevolezza dell’importanza del patrimonio della città attraverso queste mostre” ha parlato la presidente di Brescia Musei, Francesca Bazoli.
“Brescia ha un patrimonio culturale straordinario, al servizio, in primis dei suoi cittadini ma anche del possibile ulteriore sviluppo turistico” – ha sottolineato la Presidente Bazoli. “E la mission della Fondazione Brescia Musei è quella di far crescere il Brand del nostro Patrimonio. La mostra del Rinascimento è una chiave cruciale in questo percorso perché ha portato luce non solo sui grandi campioni del Rinascimento ma su quello che la città ha vissuto in quel periodo e – ha concluso Bazoli – che ne fa una grande Capitale del Rinascimento accanto a città ben più conosciute”

LA SINDACA E LA PRESIDENTE DI BRESCIA MUSEI A ÈLIVE – VIDEO

I DATI RESI NOTI DA FONDAZIONE BRESCIA MUSEI

L’iniziativa ha registrato un’affluenza significativa, con quasi 30.000 visitatori al museo, a cui si aggiungono oltre 22.000 ingressi alle chiese cittadine coinvolte nel programma di aperture straordinarie durante i weekend, per un totale che supera le 50.000 presenze complessive.

La mostra, curata da Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati, ha avuto una durata di quattro mesi ed è stata accompagnata da una serie di eventi collaterali, tra cui presentazioni pubbliche, visite guidate, aperture straordinarie e itinerari sul territorio, con tappe a Castenedolo, Paitone e al Monastero Olivetano di Rodengo Saiano. Il progetto ha incluso l’apertura eccezionale della Sala delle Dame a Palazzo Martinengo della Fabbrica, visitata da circa 1.000 persone.

Dal punto di vista finanziario, il progetto ha potuto contare su un modello di copertura costi misto: il Comune di Brescia ha contribuito con 200.000 euro, pari a meno del 20% del totale. La restante parte del budget è stata coperta attraverso biglietteria, sponsorizzazioni, contributi da fondazioni, donazioni con l’Art Bonus, erogazioni da ordini professionali, fondi del bando regionale avviso unico e sponsorizzazioni tecniche. Le spese per la comunicazione hanno rappresentato meno del 10% del budget complessivo.

Importante anche il lavoro di comunicazione e diffusione: la mostra ha ottenuto una copertura costante su testate nazionali e specialistiche, è stata promossa attraverso podcast, canali social, collaborazioni con Rai Cultura, e un virtual tour permanente. È stata inserita tra le migliori 15 mostre d’arte antica del 2024 secondo il portale specializzato Finestre sull’Arte, classificandosi all’11° posto.

Sul piano scientifico, il progetto ha visto la partecipazione di un comitato composto da dieci studiosi italiani e internazionali, tra cui esperti provenienti da università italiane (Milano, Padova, Verona, Pavia) e istituzioni museali come il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Buffalo University, e il Getty Museum di Los Angeles. Il comitato ha contribuito alla definizione di un nuovo approccio interpretativo al Rinascimento bresciano, in un contesto che ha superato la definizione tradizionale di “pittura della realtà”.

Il progetto ha avuto ricadute formative, coinvolgendo decine di operatori museali e portando alla realizzazione di oltre 20 incontri pubblici in tutta Italia. Ha inoltre stimolato interventi di restauro su opere d’arte locali, tra cui Il flautista di Savoldo, restaurato con il sostegno di UniCredit, l’arpicordo Antegnati dell’Ateneo di Brescia, e una pala di Moretto nel santuario di Paitone.

Dal punto di vista editoriale, la mostra ha lasciato una documentazione duratura: il catalogo ufficiale è stato pubblicato da Skira, con la collaborazione di 30 studiosi di discipline diverse. Sono stati inoltre pubblicati due dossier monografici da Art e Dossier (Giunti), uno su Moretto (2023) e uno sul Rinascimento bresciano e Romanino (2024).

I dati raccolti nell’allegato Analisi degli impatti evidenziano un forte coinvolgimento del territorio: oltre 350 gruppi provenienti da Brescia e provincia hanno partecipato, in aggiunta a numerosi gruppi nazionali e internazionali. La mostra è stata sostenuta anche dal progetto Abbonamento Musei Lombardia, che ha permesso una maggiore accessibilità alla cittadinanza.

La Fondazione Brescia Musei sottolinea che la missione dell’ente non è di natura commerciale: le attività promosse, pur non generando utili economici diretti, hanno l’obiettivo di produrre valore culturale, educativo e sociale, secondo quanto previsto dallo statuto dell’istituzione. Il progetto Il Rinascimento a Brescia si inserisce in questa visione, rappresentando – secondo la Fondazione – un modello replicabile di sistema culturale integrato.

In conclusione, la mostra ha rappresentato per la città un’occasione di promozione culturale e territoriale a lungo termine, con impatti documentati in ambito scientifico, sociale, economico e turistico, consolidando la posizione di Brescia nel panorama museale nazionale e internazionale anche al di fuori dell’eccezionalità del 2023, anno della Capitale Italiana della Cultura.

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