Un “no” netto, anzi nettissimo. Sull’onda dell’entusiarmo austriaco, è tornato in primo piano l’ascensore per il Castello di Brescia. Un progetto da anni noto e da molti osteggiato. Fra chi l’ascensore proprio non lo vuole c’è anche la Compagnia amici dei parchi che da lunedì inizierà a raccogliere le firme per un referendum popolare nella sede di via Tommaseo 20.

Il principale promotore è il presidente dell’associazione (e vicepresidente del CdQ Sant’Eustacchio) Lino Moretti, che però parla di un comitato spontaneo di cittadini formatosi quasi naturalmente. E che altrettanto naturalmente sposa l’altra petizione lanciata sul tema: quella di Legambiente.

Moretti ci racconta di aver già provato a contattare l’ormai ex sottosegretario Vittorio Sgarbi, che dell’ascensore per il Castello aveva già parlato negativamente in passato. Secondo i promotori, Sgarbi potrebbe essere una figura adatta ad attirare l’attenzione su un argomento che – stranamente – sembra mettere d’accordo tutto lo spettro politico.

L’associazione punta a investire gli ingenti fondi dell’opera in lavori di valorizzazione del Castello e delle infrastrutture per raggiungerlo. L’attenzione è puntata in particolare sul percorso pedonale che sale da via San Faustino. In luogo dell’ascesore poi, il mezzo di trasporto suggerito è un autobus elettrico che faccia la spola.