Pasini dal carcere: “Non ho sgozzato Manuela”. Ipotesi perizia psichiatrica

“Lo giuro non ho tagliato la gola a Manuela”. Dal carcere di Brescia dove è detenuto con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere Fabrizio Pasini continua a negare di aver utilizzato un corpo contundente contro Manuela Bailo. Il 47enne di Ospitaletto grida la sua innocenza sul delitto avvenuto per una “caduta dalle scale” come ha da sempre sostenuto l’unico imputato di questa drammatica vicenda. I pensieri dell’uomo reo confesso sono stati raccolti dall’avvocato difensore di Fabrizio Pasini, Pietro Paolo Pettenadu. «Pasini parla come se avesse agito in uno stato di trance che ora, a distanza di tempo, gli crea un grande vuoto su quei momenti». Questo il pensiero dell’avvocato. Secondo le indiscrezioni raccolte in queste ultime ore pare che l’avvocato sia pronto a chiedere la perizia psichiatrica per il suo assistito. Voci insistenti ma ancora non ancora confermate. Fabrizio Pasini non ha mutato alcun elemento della versione dei fatti fornita agli inquirenti nella notte della confessione, il 19 agosto scorso, quando fu arrestato dinnanzi la porta di casa sua ad Ospitaletto dopo due settimane trascorse in vacanza in Sardegna con la moglie e i due figli. «L’ho spinta ed è caduta dalle scale, ma non volevo ucciderla» ripete senza sosta Pasini negando di aver sgozzato la ragazza con la quale si frequentava da due anni. L’autopsia dice però il contrario con gli inquirenti a parlare apertamente di un taglio netto della carotide. Un racconto, quello di Pasini a non coincidere con le rilevazioni dei Ris nella casa di via Allende. Per l’uomo Manuela avrebbe perso molto sangue sulle scale dopo la caduta, tracce ematiche non riscontrate dai carabinieri. E ancora non coincidono le versioni della presenza di due coltelli nella macchina che Pasini ha usato per trasportare il corpo di Manuela nella cascina di Azzanello. Al momento ne è stato trovato solo uno.