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Prima inversione di tendenza per l’export agroalimentare in Usa

Le nuove tariffe americane sui prodotti agroalimentari italiani rischiano di costare oltre un miliardo di euro al Made in Italy. A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Filiera Italia dopo la pubblicazione dell’accordo Ue-Usa che conferma i dazi al 15% su vino, olio, pasta e carni suine.

Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga, il prodotto più colpito sarà il vino, che da solo subirà un impatto di oltre 290 milioni di euro. A seguire l’olio extravergine, con 140 milioni, e la pasta di semola, che dovrà assorbire quasi 74 milioni di maggiori costi. I formaggi restano stabili, già gravati da dazi fino al 15%.

Gli Stati Uniti sono il principale mercato extraeuropeo per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno sfiorato gli 8 miliardi. Ma i primi effetti si vedono già: a giugno l’export di cibo italiano negli Usa è sceso del 2,9%, primo calo dal 2023, mentre le vendite totali italiane in America sono salite del 10,3%.

“Non è accettabile che l’agricoltura sia sempre la più penalizzata” denunciano Coldiretti e Filiera Italia, che chiedono il sostegno alle filiere colpite e più fermezza nei negoziati europei. “Serve chiarezza anche sull’ingresso dei prodotti statunitensi – concludono – non possiamo accettare cibi che non rispettano gli stessi standard di qualità e sicurezza”.

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