Emergenza politica rientrata a Rovato. Il sindaco Tiziano Belotti ha ritirato le dimissioni che aveva presentato lo scorso 2 dicembre.

Come previsto dalla legge il Sindaco Belotti aveva 15 giorni di tempo per ritirare le dimissioni con una lettera al Segretario Comunale.
E così ha fatto motivando la sua decisione di ritornare sui propri passi. Decisione che ha illustrato dettagliatamente nella lettera che poi ha pubblicato sul proprio profilo Facebook .

“Le motivazioni sono molteplici e proverò a riassumerle brevemente – si legge nel post sul social – :

 Non sono abituato a ricevere dal Comando della Guardia di Finanza Atti di costituzione in mora. Non sono un santo e nemmeno ambisco a diventarlo. Facendo il professionista ho frequentato anche il Tribunale (civile), pagando spesso errori e distrazioni. Ma mi sono sempre tenuto ben lontano dalla delinquenza di certi comportamenti. Sapevo che fare il Sindaco avrebbe comportato qualche rischio in più, ma posso assicurare che ricevere la visita dei militare della Finanza non lo avevo preventivato.

 Ma lo stupore è stato ancora più grande quando, leggendo l’Atto, mi sono reso conto di trovarmi in una situazione kafkiana. Vengo infatti accusato dal Magistrato contabile di avere avallato la famosa cessione del 51% di LGH ad A2A, operazione avvenuta del 2016, perché tenutasi senza l’esecuzione di una gara ad evidenza pubblica. Cioè vengo accusato esattamente di quello che io stesso, solo contro tutti, avevo sostenuto per quasi un anno intero in tutte le sedi ed in tutte le salse: la necessità della gara pubblica.
Ora qui bisognerebbe soffermarsi un bel po’ e scrivere tanta roba. Lo farò prossimamente con una memoria indirizzata al Magistrato contabile e poi con un comunicato pubblico a ripercorrere tutta le fasi di questa sbilenca operazione sinistrosa.


“Per ora – continua Belotti – concedetemi lo scoramento e lo smarrimento di fronte ad un Atto che mi accusa di non avere fatto quello che pure sta scritto come condizione sine qua non in tutti (dico tutti) i verbali delle assemblee nelle quali intervengo.

 Si aggiunga a quanto sopra che fare il Sindaco in condizioni normali è già difficile di suo, impegnandoti 7 giorni su 7 in un turbinio di questioni che a volte ti fanno perdere la lucidità. Se poi vuoi farlo bene il Sindaco, come ho tentato di farlo io (anche se con risultati magari modesti) sei portato a trascurare gli affetti famigliari, il tuo lavoro, i tuoi stessi interessi personali. Quindi va bene essere ripresi e tirati per la giacchetta per questa o quella questione, va bene finire nel tritatutto dei social e dei giornali, va bene le scritte sui muri e i fantocci degli scemi recapitati a casa, ma certi Avvisi fanno male, malissimo. Ti deprimono e ti disorientano, e ti dimostrano, ci fossero ancora dubbi, che gli amministratori locali sono dei disgraziati, sono soldati disarmati mandati all’assalto, sono carne da macello.

 Detto questo non mi resta che consolarmi con l’enorme affetto che i rovatesi, e i non rovatesi, mi hanno dimostrato in questi giorni, direttamente e per interposta persona. E per questo vi ringrazio immensamente. Perché in certi momenti le parole e i gesti di sostegno e di incoraggiamento sono l’unica ragione che ti spinge avanti e che ti permette di non finire nel buco nero dello sconforto. Ricevere attestati di stima da anziani preoccupati di quello che succederà adesso, o da persone che sicuramente non ti hanno votato e che mai ti voteranno ti tira su il morale, e non poco. E ti fa cambiare idea rispetto a certe decisione prese d’impeto.

 Il morale te lo tirano su anche le starnazzate di oche e gallinacei vari che ho avuto modo di leggere in questi giorni nei loro eruditi interventi. Gente che ha pure un passato di amministratore e che si inventa cose senza nemmeno leggere i documenti e i verbali, e spesso nemmeno sa che esistono i verbali. O che scrive cose suggerite dai loro funzionari di partito, quelli che l’operazione di vendita ad A2A l’hanno sostenuta da subito senza sé e senza ma, e senza alcuna condizione, nemmeno la più blanda. Lo stesso comportamento che avrebbero tenuto esattamente loro, perfetti ragionieri di partito a loro volta (e pure dipendenti di A2A, che non fa certo male).

 E’ anche per tenere lontani dal Comune di Rovato oche e comari e contabili di partito che ho sentito forte il dovere di ritirare le dimissioni da Sindaco. Lo devo ai cittadini rovatesi, e anche al meraviglioso gruppo di amministratori e simpatizzanti. Che mi hanno supportato e pure sopportato in questi anni, e che mi stimolano ad andare avanti, magari un po’ piegato ma sempre a testa alta, senza timore alcuno. Un meraviglioso gruppo di persone nel quale ci sono i futuri sindaci di Rovato per i prossimi 50 anni e che io ho il dovere di accompagnare alle prossime scadenze.

 Quindi, e sono quasi giunto al termine, ricostruirò con calma alla Magistratura tutta la vicenda per filo e per segno. Raccontando esattamente come sono andati i fatti e chi, in realtà, ha voluto e approvato senza alcuna condizione (quindi senza reclamare alcuna evidenza pubblica, come invece il sottoscritto ha sempre fatto) l’operazione di cessione del 51% di LGH ad A2A. A partire dal mio caro amico Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti (area PD), del Sindaco Bonaldi di Crema (area PD), del Sindaco Uggetti di Lodi (area PD), del Sindaco Depaoli di Pavia (area PD). E anche dei tanti sindaci di Cogeme (quasi tutti di area PD) che si sono battuti strenuamente per lo stesso risultato incondizionato.
Per arrivare poi ai Consigli di Amministrazione delle rispettive società partecipate di Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Cogeme, tutti, se non sbaglio, direttamente nominati dai primi cittadini, ad eccezione del C.D.A. di Cogeme nominato non da me, ma da una assemblea di 70 soci Sindaci. C.d.A. che hanno proceduto concretamente alla vendita del 51% di LGH ad A2A senza condizioni, compreso il C.d.A. di Cogeme, per il quale l’indirizzo del Consiglio comunale di Rovato era chiarissimo e sta scritto nella Delibera: “…l’eventuale accettazione dell’offerta vincolante sia effettuata nel rispetto della procedura prevista dalla normativa in vigore per le dismissioni di partecipate detenute direttamente o indirettamente dagli enti locali”.


“Spero tanto che la Magistratura vada a fondo in tutta questa vicenda. Perché io nella mia vita ho sbagliato tanto. Ma questa partita l’ha sbagliata qualcun altro. E quel qualcun altro è giusto che paghi.

 Ho finito. Mi scuso tantissimo coi miei cittadini del procurato allarme che ho causato. Sappiate che anche il sottoscritto ha i suoi momenti di sbandamento e di debolezza e a volte perde la tramontana.


In effetti le dimissioni avrebbe dovuto darle qualche altro Sindaco. Ne restano soltanto due ancora in carica di LGH. Forza Gianluca, dai il buon esempio. Ne restano invece tanti dalle parti di Cogeme. Chissà se qualcuno avrà la decenza di ammettere pubblicamente come sono andate effettivamente le cose e quale fosse davvero il pensiero del Sindaco di Rovato.