Salò: ore di riflessione per la possibile accoglienza di profughi

Sono ore di riflessione a Salò sulle possibilità di accoglienza ai profughi e le iniziative per favore il loro inserimento nella comunità. L’argomento è stato al centro di un dibattito nella Sala dei Provveditori nei giorni scorsi. Sei gli extracomunitari arrivati da Togo, Costa d’Avorio, Senegal e Ghana. Tre di questi sono impegnati con gli operai del municipio a tagliare piante e arbusti, effettuare piccole asfaltature e spostare i libri dell’archivio. Svolgono insomma lavori socialmente utili. Un altro, l’unico cattolico del gruppo, è stato posizionato alla cura e alla pulitura della chiesa. Gli ultimi due invece sono stati inseriti nei lavoro all’interno dell’oratorio. Salò non ha aderito al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), che inizialmente prevedeva l’arrivo di 29 stranieri. Il comune gardesano ha preferito percorrere la strada della micro-accoglienza, affidandosi a una cooperativa locale, Mondo Accogliente, la cui responsabile è una colombiana che vive sul Garda da una ventina di anni. I sei giovani, ai quali in futuro dovrebbero aggiungersene altri 11, vivono in un edificio su due piani nella frazione di Villa, davanti alla chiesa parrocchiale. Per ciascuno di loro la cooperativa riceve dallo Stato 35 euro mensili, frequentano corsi di alfabetizzazione, imparano l’italiano, l’educazione civica, alcune norme di legge. Da parte del Comune è stata data la disponibilità a ospitare nel Palazzo della Croce rossa italiana, in viale Landi, minori non accompagnati con il presidente della Caritas locale ad aver auspicato che in futuro Salò possa fare uno sforzo maggiore.