
Con 39 voti contrari e 23 favorevoli, il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la legge di iniziativa popolare sottoscritta da oltre centomila cittadini e sostenuta da Partito Democratico. Il testo chiedeva di rimuovere l’equivalenza tra sanità pubblica e privata dalla normativa regionale, ridefinendo il ruolo della Regione nella programmazione dell’offerta sanitaria.
“Grazie a tutte le lombarde e a tutti i lombardi che hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare, la nostra lotta comunque continuerà”, ha dichiarato la consigliera regionale Miriam Cominelli, commentando l’esito del voto. “Credo che la destra lombarda abbia fatto un gravissimo errore bocciando la proposta e sbattendo la porta in faccia a centomila cittadini che hanno chiesto una cosa sola: il diritto a poter essere curati in tempi e a condizioni dignitose”.
Secondo i promotori, la proposta mirava a restituire alla Regione un ruolo di regia nell’organizzazione sanitaria, orientando l’intervento dei privati in base alle necessità del sistema pubblico. Tra i punti principali: universalità del servizio, rafforzamento della medicina territoriale, prevenzione strutturale e programmazione integrata tra pubblico e privato.
Uno dei nodi chiave riguardava la creazione di un Centro unico di prenotazioni (Cup) regionale, promesso nel 2016 ma mai realizzato, che avrebbe dovuto includere anche le prestazioni erogate dal privato in regime di servizio pubblico.
Cominelli ha rilanciato anche sul tema della salute mentale: “Spiace che non riaprendo il dibattito sulla sanità non si sia potuto parlare anche di un tema che mi sta a cuore. Investire in salute mentale non significa solo curare, ma prevenire il disagio, favorire l’inclusione e costruire una società più sana e coesa”.
E conclude: “Vogliamo lanciare un SOS per la salute mentale perché la spesa regionale è ferma al 2,8% del fondo sanitario, circa 620 milioni di euro l’anno, troppo poco e ben sotto la media nazionale. Servono un piano straordinario di investimenti, assunzioni stabili, potenziamento dei servizi territoriali e risorse certe”.