Un gruppo composto da una trentina di esponenti del mondo scientifico ha inviato una lettera al presidente al’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiedendo di far chiarezza su alcuni punti dell’inchiesta condotta per far luce sulle origini del Covid-19. Nel messaggio, spiega il quotidiano “Le Monde”, vengono sottolineate le difficoltà avute dal comitato che ha portato avanti i lavori, composto da esponenti cinesi e dell’Oms. Non tutte le informazioni sono state rese disponibili, mentre la missione si è spesso dovuta basare su informazioni fornite dalle autorità di Pechino.

Dubbi già sollevati il 30 marzo scorso da un gruppo composto da 14 Paesi, tra cui Stati Uniti, Australia, Canada, Regno Unito. Oggi gli esperti mettono l’accento soprattutto sull’accesso ai dati dei primi malati di Covid-19 trovati a Wuhan e sui risultati delle analisi condotte sulla fauna locale, selvaggia e domestica.

L’obiettivo è quello di aprire alla comunità scientifica internazionale i dati raccolti sulle specie animali in diverse regioni della Cina. I firmatari della lettera inviata all’Oms si concentrano soprattutto sull’Istituto di virologia di Wuhan (Wiv), sostenendo che c’è stata una volontà di far sparire la base dati nel settembre del 2019, mentre i responsabili dell’Istituto sostengono che è stata tolta all’inizio della pandemia, nei primi mesi del 2020. Fondamentale, inoltre, il campionamento e l’analisi del virus ritenuto essere il più simile a quello SARS-CoV-2, ribattezzato RaTG13, prelevato da una miniera e conservato proprio dal Wiv.

Nel messaggio si ricorda che sei persone che lavoravano nella miniera, dove erano presenti molti pipistrelli, nel 2012 hanno contratto una malattia con sintomi simili a quelli del Covid-19. Di questi, tre sono morti.

Gli esponenti del mondo scientifico che hanno firmato il messaggio ricordano come il Wiv non abbia chiarito i risultati delle sue recenti ricerche. Come ricorda “Le Monde”, domande simili sono state poste anche negli Stati Uniti, dove alcuni membri repubblicani della Camera dei rappresentanti hanno inviato una lettera a metà marzo al National Institutes of Health (Nih) e una seconda a metà aprile all’EcoHealth Alliance, un’organizzazione non governativa specializzata nella sanità e nell’ambiente.

Le richieste riguardavano i documenti dei lavori condotti dai ricercatori statunitensi in collaborazione con il Wiv. EcoHealth Alliance dal 2008 ha ricevuto 8 miliardi di dollari di sovvenzionamenti pubblici del Nih per degli studi sui virus nei pipistrelli. Il Wiv ha ricevuto una parte di questa somma per raccogliere campioni e fare test. Adesso Washington vuole sapere se i ricercatori di EcoHealth Alliance hanno conservato i campioni, se hanno inviato dei prelievi negli Stati Uniti e se sono stati condotti esperimenti pericolosi.

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