All’orizzonte c’è una fusione fra A2A e il fondo francese Ardian che prevede la creazione di una newco controllata al 55% da A2A e al 45% dal fondo. Si tratta di una partnership che punta alla produzione e vendita di energia elettrica. In merito a questa vicenda c’è l’assoluta contrarietà della Lega di Brescia che annuncia battaglia.

“A2A e Ardian mirano a far sì che la partnership diventi una delle piattaforme leader in Italia nella transizione energetica e uno dei maggiori produttori e fornitori di elettricità del Paese con un chiaro focus sull’energia verde e la transizione energetica, e una chiara strategia di decarbonizzazione – recita la nota di A2A – in linea con gli obiettivi fissati dal PNIEC italiano e dall’accordo di Parigi. La partnership seguirebbe gli accordi tra A2A e Ardian firmati nel novembre 2020, per esplorare congiuntamente le opportunità di business relative all’idrogeno verde”.

Di parere diametralmente opposto i leghisti che hanno diversi timori, dubbi e perplessità. Secondo Fausto Di Mezza si tratterebbe infatti di una mera operazione di finanza anziché d’industria, le classiche operazioni caratteristiche dei fondi d’investimento e non di un’azienda come A2A. Un percorso che porterebbe alla “mortificazione” di Brescia e Milano che in questa azienda ora rivestono un ruolo di primaria importanza.

Le richieste della Lega ora sono quelle di creare un dibattito in Consiglio Comunale sulla questione, chiedendo al sindaco Emilio Del Bono di riferire in aula quanto prima. In tal senso il carroccio richiederà formalmente una seduta straordinaria che dovrebbe tenersi nel mese di settembre compatibilmente con il periodo delle vacanze estive.

Qualora questa fusione sia ormai troppo avanti per essere fermata, la Lega chiede dei paletti chiari come ad esempio il divieto alla newco di quotarsi in borsa e il ritorno dei sondi ad A2A. Il rischio, sempre secondo i detrattori, è quello che si rischierebbe di perdere il controllo di A2A che a questo punto finirebbe in mano a un privato.