“Non sta andando tutto bene. Fontana e Gallera dimissioni”. Così i gruppi antagonisti Magazzino 47, Medicina Democratica, Cobas, Cub a Sinistra Anticapitalista insieme a Non una di meno, Restiamo Umani e Comitato Senza Confini in uno striscione appeso all’esterno della sede bresciana di Regione Lombardia.

I gruppi hanno quindi lanciato la protesta di sabato nella nostra città, più precisamente il piazza Vittoria alle 17.

“Le conseguenze catastrofiche della diffusione del virus ci sono state raccontate perlopiù come una tragica, terribile fatalità – si legge nella nota – Tuttavia un numero così elevato di decessi e contagi, in particolare in Lombardia dove ancora si registrano dati importanti, è dovuto alla gestione disastrosa e criminale dell’emergenza sanitaria da parte delle istituzioni preposte, su tutte la giunta regionale Fontana-Gallera, nonché da un recente passato fatto di tagli alla sanità pubblica, privatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e smantellamento della sanità territoriale”.

Questi i punti che i gruppi intendono discutere durante l’incontro pubblico:

  • rilancio e riorganizzazione del sistema sanitario pubblico nazionale e territoriale con adeguati investimenti
  • adeguati riconoscimenti retributivi e professionali al personale sanitario
  • valorizzazione dei percorsi di ricerca e prevenzione
  • diritto alla salute e alla libera scelta sul proprio corpo
  • la salute non può essere al servizio del profitto di pochi. Lavoratori e lavoratrici non possono ammalarsi e moririre per non fermare la produzione
  • i fondi per l’emergenza devono essere utilizzati per aiutare le persone in difficoltà e non le grandi imprese, industriali o finanziarie

“Durante il periodo più duro dell’epidemia abbiamo rispettato, con attenzione, le norme di sicurezza per evitare la diffusione del contagio – scrivono i gruppi – Oggi manifestiamo rispettando le misure di tutela della salute, scendiamo in piazza per dire forte e chiaro che ‘non sta andando tutto bene’, per trovarci nel centro della nostra città e aprire un dibattito, confrontarci, decidere sulle nostre vite e progettare insieme un presente e un futuro che non assomiglino alla normalità ingiusta che ha provocato tutto questo”.