Dopo un decennio che ha turbato un intero nucleo familiare, è arrivata la sentenza di assoluzione nei confronti del 48enne della Valsabbia denunciato nel 2009 di violenza sessuale ai danni della nipote della convivente. La richiesta di condanna per l’uomo era di cinque anni, avanzata dal pm Marzia Aliatis.

L’uomo ha sempre negato di aver commesso violenze sulla ragazza allora 24enne che in dieci anni non ha mai cambiato la versione del suo racconto. La donna ha raccontato che una sera dopo aver terminato il turno di lavoro al bar gestito dalla zia e dal 48enne era tornata a casa e lì l’uomo, alterato dall’alcol, l’avrebbe prima abbracciata e poi scaraventata al muro infilando le mani nelle parti intime.

La violenza, secondo l’uomo, non c’è mai stata. Esisteva invece una relazione segreta tra lui e la nipote. Il 48enne ha raccontato agli inquirenti che, una volta terminata la loro storia, la ragazza avrebbe tentato in tutti i modi di riallacciare i rapporti. Versione che ha convinto i giudici della Corte che hanno poi proceduto con l’assoluzione.