Atti persecutori nei confronti dei compagni: 16enne in comunità

Atti persecutori nei confronti di sette tra coetanei e compagni di classe. Sono i capi d’accusa che il gip del Tribunale dei Minori di Brescia ha contestato ad uno studente 16enne iscritto ad un istituto della Bassa Valcamonica. Un’indagine avviata dalla confessione di un minorenne compagno di scuola e portata a termine dai Carabinieri della Compagnia di Breno. Il ragazzino – di origini marocchine e di casa a Bergamo, si trova ora rinchiuso in una comunità. Il giovane è finito nel registro degli indagati della Procura dei Minori lo scorso 15 febbraio. Secondo gli investigatori, all’interno della scuola camuna che frequentava aggrediva e minacciava i suoi coetanei, al punto da causare in questi ansia, timori per la propria incolumità e forti disagi anche nel seguire le lezioni e il regolare svolgimento dell’attività scolastica. Spintoni, percosse, tentativi di sottrarre soldi da borse, zaini e giubbini erano a quanto pare all’ordine del giorno. E se qualcuno si opponeva scattava la minaccia il giovane millantava l’arrivo di amici come rinforzi. Anche l’attività giornaliera degli insegnanti era spesso interrotta, senza che al 16 si riuscisse a porre un freno, nonostante i richiami scritti e orali o i colloqui col dirigente scolastico, sino alla sospensione. Le angherie erano iniziate lo scorso settembre, con l’avvio dell’anno scolastico: oltre 5 mesi, fino all’esecuzione della misura cautelare disposta dal gip, nel corso dei quali ad essere presi di mira erano soprattutto ragazze e soggetti con particolari fragilità o disabilità fisiche, perché percepiti come prede più facili.