L’economia mondiale si conferma su un percorso di ripresa, sebbene le persistenti strozzature dal lato dell’offerta, l’andamento crescente dei prezzi delle materie prime e la diffusione della variante Omicron del coronavirus continuino a gravare sulle prospettive di crescita nel breve periodo.

Questo quanto si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea.

Le recenti indagini sull’attività economica indicano che all’inizio del quarto trimestre la dinamica della crescita si è confermata debole, soprattutto nel settore manifatturiero a causa delle citate strozzature dal lato dell’offerta, mentre il comparto dei servizi ha beneficiato della riapertura delle grandi economie. Rispetto all’esercizio precedente, le prospettive per l’espansione dell’economia mondiale contenute nelle proiezioni macroeconomiche formulate lo scorso dicembre dagli esperti dell’Eurosistema sono state riviste al ribasso per il 2021, restano invariate per il 2022 e hanno segnato una correzione al rialzo per il 2023.

La crescita del Pil mondiale in termini reali (esclusa l’area dell’euro) dovrebbe salire al 6,0% nel 2021, per poi rallentare al 4,5% nel 2022, al 3,9% nel 2023 e al 3,7% nel 2024. La domanda estera dell’area dell’euro dovrebbe crescere dell’8,9% nel 2021, del 4,0% nel 2022, del 4,3% nel 2023 e del 3,9% nel 2024. Rispetto alle proiezioni precedenti, tuttavia, è stata rivista al ribasso per il 2021 e il 2022. Ciò riflette principalmente l’impatto avverso delle perduranti strozzature dal lato dell’offerta sulle importazioni mondiali.

Tali strozzature dovrebbero iniziare ad attenuarsi a partire dal secondo trimestre del 2022 e riassorbirsi pienamente entro il 2023. I prezzi all’esportazione dei concorrenti dell’area dell’euro sono stati rivisti al rialzo per il 2021 e il 2022, in un contesto caratterizzato dalla concomitanza dei rincari delle materie prime, delle strozzature dal lato dell’offerta e della ripresa della domanda.

Come si legge nel bollettino, il futuro corso della pandemia continua a rappresentare il principale rischio per lo scenario di base delle proiezioni relative all’economia mondiale. Si ritiene che gli altri rischi per le prospettive di crescita siano orientati verso il basso, mentre la valutazione complessiva dei rischi per l’inflazione a livello mondiale risulta maggiormente incerta. La ripresa dell’economia prosegue nell’area dell’euro.

La crescita è in via di moderazione, ma nel corso di quest’anno dovrebbe tornare a segnare un vigoroso recupero. Secondo le previsioni, il perdurare della ripresa economica sarà determinato da una vigorosa domanda interna. Il mercato del lavoro sta registrando miglioramenti, con l’aumento del numero di occupati e la diminuzione dei beneficiari delle misure di integrazione salariale. Ciò sorregge la prospettiva di un incremento dei redditi e dei consumi delle famiglie. Questi ultimi saranno sospinti anche dai risparmi accumulati durante la pandemia.

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno l’attività economica ha moderato il suo passo ed è probabile che tale crescita più lenta prosegua nella parte iniziale dell’anno corrente. Al momento ci si attende che il prodotto superi il livello precedente la pandemia nel primo trimestre del 2022. Per far fronte all’attuale ondata della pandemia, alcuni Paesi dell’area dell’euro hanno reintrodotto misure di contenimento più stringenti. Ciò potrebbe ritardare la ripresa, soprattutto nei settori dei viaggi, del turismo, della ricettività e dell’intrattenimento.

La pandemia pesa sulla fiducia dei consumatori e delle imprese e la diffusione di nuove varianti del virus accentua l’incertezza. In aggiunta, il rialzo dei costi dell’energia incide negativamente sui consumi. Le carenze di attrezzature, materiali e manodopera in alcuni comparti frenano la produzione dei beni manufatti, causando ritardi nelle costruzioni e rallentando la ripresa in alcuni segmenti del settore dei servizi.

Tali strozzature permarranno per qualche tempo, ma dovrebbero attenuarsi nel corso del 2022. Sebbene la crisi legata al Covid-19 abbia continuato a incidere pesantemente sulle finanze pubbliche nel 2021, le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell’Eurosistema lo scorso dicembre mostrano che il saldo di bilancio è già in fase di miglioramento. Si stima che, dopo aver raggiunto un livello massimo pari al 7,2% del Pil nel 2020, il rapporto disavanzo pubblico/Pil dovrebbe essere sceso al 5,9% nel 2021 e ridursi ulteriormente al 3,2% nel 2022, per poi stabilizzarsi appena al di sotto del 2% entro la fine dell’orizzonte di previsione nel 2024.

Tali miglioramenti sono ascrivibili a una combinazione di più elevati saldi primari corretti per gli effetti del ciclo e, soprattutto a partire dal 2022, di un contributo significativamente maggiore fornito dal ciclo economico. In termini di orientamento delle politiche di bilancio dell’area dell’euro, a una forte espansione nel 2020 è seguito un irrigidimento solo marginale nel 2021 dopo le correzioni introdotte per accedere ai fondi del Next Generation Eu.

Nel 2022 tale orientamento dovrebbe inasprirsi considerevolmente, sebbene in misura di gran lunga inferiore a quanto previsto in precedenza, soprattutto per effetto del riassorbimento di una parte significativa del sostegno di emergenza offerto durante la crisi. Secondo le proiezioni, l’irrigidimento caratterizzerà la restante parte dell’orizzonte di previsione, ma sarà di entità molto più contenuta, poiché nei prossimi anni permarranno in vigore significativi provvedimenti di sostegno all’economia. Misure di bilancio mirate e favorevoli alla crescita dovrebbero continuare ad affiancare la politica monetaria.

Tale sostegno consentirà inoltre all’economia di adeguarsi ai cambiamenti strutturali in atto. Un’attuazione efficace del programma NGEu del pacchetto “Pronti per il 55%” contribuirà a una ripresa più forte, più verde e più equa in tutti i paesi dell’area dell’euro.

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