La bonifica dell’ex sito produttivo della Caffaro è entrata nel vivo. Lo scorso 23 ottobre sono arrivati i primi operai e si è aperta la nuova fase dei lavori. Oggi il Partito Democratico ha organizzato una conferenza stampa per ripercorrere il lungo percorso che ha portato a questo risultato, ma anche ribadire che il lavoro non è finito.

L’ex sindaco e attuale vicepresidente del Consiglio regionale Emilio Del Bono ha ricordato lo scenario di partenza: “Quando nel 2013 ci siamo insediati non c’erano risorse, solo sei milioni per il sito di interesse nazionale non spesi. Non c’era una struttura operativa dedicata alle bonifiche e alla messa in sicurezza, non c’era un progetto per la dismissione degli impianti del sito industriale e mancavano interventi per i parchi e i giardini pubblici”.

“Oggi possiamo dire che i parchi sono pressoché tutti bonificati e finalmente è iniziato anche il percorso che porterà alla dismissione degli impianti industriali – ha aggiunto – È stato un cammino gigantesco, reso possibile da una visione chiara, dalla ricerca costante di risorse nazionali e dal lavoro con il commissario. È la dimostrazione che, anche di fronte a sfide enormi, si può agire con determinazione e con la spinta della città”.

L’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi ha evidenziato i passaggi chiave della fase operativa: “Con questo mandato tante sono state le novità. In primis il secondo bando di gara, che ha portato all’aggiudicazione alla rete temporanea di imprese e all’avvio della cantierizzazione all’interno dello stabilimento dal 23 ottobre. La barriera idraulica è stata affidata alla gestione di A2A: un passaggio importante per sicurezza, trasparenza dei dati e impegno di una partecipata su una visione strategica per la città”.

“Sono 62 milioni di euro per cinque, probabilmente sei anni di lavori – ha detto, guardando al prossimo futuro – Intanto l’amministrazione accompagna il percorso tramite l’osservatorio e il gruppo comunicazione, per informare costantemente cittadini e cittadine. Parallelamente stiamo lavorando sulle aree private per definire l’iter amministrativo che consenta di intervenire anche lì”.