Il Comune di Brescia interviene con toni netti per smentire “interpretazioni arbitrarie” e “ricostruzioni in contrasto con il diritto sportivo e civile” riguardanti il futuro del calcio cittadino. In una lunga nota, l’amministrazione comunale chiarisce i punti fondamentali previsti dalle Norme Organizzative Interne della Figc (Noif), precisando che la storia, il palmarès e i trofei appartengono alla società Brescia Calcio Spa, guidata da Massimo Cellino, e non possono essere separati dal resto dell’azienda sportiva.
Il documento sottolinea che nessuna società può “ereditare” nome, storia e titoli al di fuori delle procedure previste, e che l’articolo 52, comma 10, Noif – che regola casi particolari di iscrizione – non si applica a Brescia, dove esiste già una squadra professionistica individuata tramite procedura pubblica.
Oltre agli aspetti giuridici, l’amministrazione entra nel merito del progetto triennale presentato da Lucà, evidenziandone numerose criticità: assenza di un piano economico-finanziario attendibile, mancanza di un impianto sportivo disponibile, nessun parere preventivo della Figc o della Lnd, vaghezza sul settore giovanile e un programma sportivo ritenuto “di dubbia realizzabilità”.
Vengono inoltre segnalate incompatibilità tra alcuni dirigenti indicati: Pietro Lo Monaco, attualmente inibito fino al 31 agosto, e Filippo Marra Cutrupi, coinvolto in club esclusi dalla Lega Pro negli ultimi cinque anni. Anche tra i soci emergono situazioni ritenute non conformi alle norme federali, come la presenza di un agente sportivo e di una socia inibita.
Secondo il Comune, i costi stimati dal piano – circa 850mila euro il primo anno – sarebbero ampiamente sottostimati rispetto alle reali spese per una squadra di Eccellenza vincente, e non esistono garanzie di copertura.
“La città – conclude la nota – merita un futuro calcistico fondato su basi solide, trasparenti e legittime. Alimentare false aspettative non è corretto e non aiuta chi ha sempre creduto e tifato per il calcio bresciano.”