Pechino, 22 ago 16:42 – (Xinhua) – Nelle tranquille colline della regione italiana delle Marche, la città di Macerata porta con sé un’eredità che va ben oltre le sue modeste strade. È la città natale del missionario italiano Matteo Ricci, uno dei ponti culturali più influenti tra Oriente e Occidente.
Oggi, la presenza di Ricci è visibile in tutta la città. Una mappa intitolata “Itinerario Ricciano” guida i visitatori attraverso i luoghi che portano il suo nome. Al centro si trova Piazza Li Ma Dou, chiamata così in cinese pinyin per riflettere i legami di Ricci con la Cina. Il suo fulcro è la scultura in bronzo “Ricci e Xu parlano della Via”, che raffigura Ricci insieme allo scienziato cinese Xu Guangqi.
La statua raffigura Ricci in abiti confuciani, con la mano tesa come se indicasse un sentiero, mentre Xu ascolta attentamente. Una targa sottostante li descrive come “i due saggi del XVII secolo furono pionieri del proficuo incontro tra le civiltà cinese ed europea”.
La scultura è stata realizzata da Yang Dongbai dell’Istituto di Arti Visive di Shanghai ed è stata inaugurata a maggio come dono della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci. “Quest’opera rappresenta un importante scambio culturale tra Cina e Italia, e ho sentito un profondo senso di responsabilità”, ha detto Yang. Ha spiegato che lo stile artistico attinge a elementi della cultura cinese, con l’obiettivo di catturare l’essenza dell’amicizia e del dialogo.
Ricci e Xu si incontrarono per la prima volta in Cina all’inizio del XVII secolo. La loro collaborazione univa l’amicizia personale alla cooperazione intellettuale, portando alla traduzione in cinese degli Elementi di Euclide e all’introduzione dei testi confuciani in Europa.
Per Macerata, l’inaugurazione della scultura si aggiunge a una serie di memoriali che onorano il ruolo di Ricci nello scambio culturale. “Secoli fa, Ricci diventò un cinese tra i cinesi. Oggi, il legame tra i nostri popoli rimane molto forte”, ha affermato Katiuscia Cassetta, assessore alla cultura del Comune di Macerata.
A Shanghai, città natale di Xu, una scultura corrispondente si trova nel Parco Guangqi. Dal 2014, Macerata e il distretto di Xuhui di Shanghai si sono scambiati statue di Ricci e Xu, formalizzando un gesto di reciprocità culturale. “La loro amicizia era basata sull’uguaglianza, il rispetto e la reciproca ammirazione. Hanno dato l’esempio per gli scambi odierni tra i due popoli”, ha affermato Song Haojie, studioso di scambi culturali sino-italiani.
Dario Grandoni, presidente della Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci, ha sottolineato l’eredità duratura di Ricci nel promuovere la comprensione reciproca. “Ricci ha rispettato profondamente la Cina e ha conosciuto la Cina”, ha affermato. Secondo Grandoni, dare alla piazza un nome in pinyin cinese ha lo scopo di far sentire i visitatori cinesi benvenuti a Macerata, sottolineando il ruolo della piazza come simbolo di integrazione culturale. (Xin)
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