Le richieste d’aiuto identificate come “codice rosso” sono state gestite per l’81% dei casi dai Carabinieri e tradotto in numero, sono state ben 431.
Un dato enorme che evidenzia la dimensione della minaccia, spesso invisibile perché nasce tra le mura domestiche e si sviluppa per anni in quello che viene chiamato ciclo della violenza (aumento della tensione, fase di maltrattamento, fase luna di miele) che impedisce alla donna che subisce violenza di denunciare credendo si tratti di un fenomeno passeggero.

Dati alla mano i provvedimenti adottati vedono, in 27 casi la vittima ospitata in strutture protette, in 29 in case famiglia, per 50 uomini, fidanzati, compagni, mariti violenti è stato disposto il divieto di avvicinamento, per 6 il divieto di dimora, per 5 è scattato l’ammonimento per 47 l’arresto

I dati sono stati presentati dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Brescia, Colonnello Gabriele Iemma con il Maggiore Tedros Christian Comitti Berè, comandante della Compagnia di Verolanuova, il Maresciallo Elisa Bellotti, Stazione Carabinieri Capo di Ponte, il Maresciallo Benedetta Castaldo della Stazione Carabinieri di Salò e il Maresciallo Valentina Pieri della Stazione Carabinieri di Desenzano.

I Carabinieri da tempo hanno attivato dei punti di ascolto, partecipano alla rete antiviolenza e sono in contatto con tutti gli operatori del settore (servizi sociali, centri antiviolenza ecc) al fine di intercettare anche il più piccolo segnale.

Non solo, recentemente è stata creata una rete strutturata che vede come elementi terminali sul territorio i “front liner officer” che sovraintendono sul campo le attività di raccolta della denuncia, le prime audizioni e le indagini per quanto riguarda la violenza di genere e le fasce deboli. I front line officer sono dei Marescialli per la quasi totalità donne che hanno frequentato un corso di formazione e/o hanno un titolo di studio in psicologia. Localmente ci sono poi i comandanti di Nucleo Operativo e Radiomobile che sono il raccordo anche con il Pubblico Ministero, mentre a livello centrale il comandante del Nucleo Investigativo è il responsabile per la provincia e riferimento per l’Arma dei carabinieri con l’Autorità Giudiziaria.