Gli ultimi anni hanno sferrato un duro colpo all’economia nazionale e anche per gli imprenditori bresciani le difficoltà rimangono molte. Nonostante cerchino di resistere e di avere fiducia nel miglioramento, l’inflazione pesa sugli investimenti e costringerà più della metà delle attività a non effettuare quelli programmati. Questa potrebbe essere una sintesi di quanto emerso da uno studio sulle conseguenze dell’inflazione commissionato da Concommercio Brescia.

“Gli imprenditori rimasti aperti – ha detto il presidente bresciano dell’associazione, Carlo Massoletti – sono più fiduciosi rispetto al luglio scorso, ma i dati sulle chiusure e sulle poche aperture delle imprese del terziario bresciane nel corso del 2022 sono preoccupanti”.

Grazie all’anno dedicato a Brescia Capitale della Cultura Confcommercio si attendeva un maggior riscontro economico, invece, i dati hanno dimostrato che il numero delle imprese che ha cessato l’attività l’anno scorso è maggiore rispetto agli scorsi due anni. Tuttavia i dati verranno aggiornati nel corso dell’anno, che vede Brescia protagonista con tante iniziative volte anche ad aumentare il turismo.

Il problema è noto anche al 39,1% degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi che non hanno aumentato i prezzi per i consumatori finali, ma hanno assorbito loro stessi gli aumenti legati ai costi dell’energia e dei propri fornitori. Il momento complicato – ha aggiunto il presidente Massoletti – si manifesta anche dal fatto che poco più di un’impresa su dieci ha intenzione di partecipare a bandi di finanziamento per sviluppare il proprio business.

“Il lato buono è rappresentato dallo stesso momento di attesa negli investimenti e di speranza di superare questo momento – continua Massoletti – gli imprenditori, nonostante tutto, guardano al futuro”.