Sul Mes “la mia posizione è molto laica: elaboriamo i progetti, vediamo cosa serve alla sanità e agli altri settori, poi come un buon padre di famiglia valuteremo il da farsi. In questo momento io e il ministro Gualtieri non ci sentiamo di di dire che serva. Quando sarà il momento interpelleremo ovviamente anche il Parlamento”. Con queste parole ieri sera, dal palco della Festa dell’Unità del Partito democratico a Modena, il premier Giuseppe Conte ha riaperto la partita sul Fondo salva stati.

“Non ho mai avuto uno screzio con Zingaretti, ci sentiamo spesso. La sua posizione sul Mes la conosco, e io sono consapevole che c’è un dibattito in corso, non lo nego”, ha poi spiegato. Dal Movimento 5 stelle arriva però la chiusura sul Mes da parte del capo politico, Vito Crimi: “Per noi il Mes com’è adesso non va bene. Punto. Era così un mese fa, lo è adesso: non è cambiato nulla”. Posizione ribadita anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Mes? Stiamo pensando al Recovery Fund. Nelle prossime settimane inizia il confronto con la Commissione europea sui progetti”.

Parlando invece del Recovery Plan, le cui linee guida saranno presentate oggi dal Comitato interministeriale per gli affari europei, Conte ha sottolineato che “il governo ha l’obbligo, il dovere morale, di portarlo a casa”, spiegando poi che “ci potremo ritenere appagati tutti solo quando i 209 miliardi verranno spesi e non sarà sprecato un solo euro”.

“Stiamo lavorando per presentare il piano completo” per il Recovery fund italiano” entro il 15 ottobre, ha sottolineato. “Vogliamo sia un piano nazionale robusto e vigoroso” anche perché “non siamo qui per accontentare qualche lobby ma tutti i cittadini”.

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