Due analisi, stesso risultato, la Tav costa troppo. A dirlo: prima la Corte dei Conti Europea, ed ora anche l’Osservatorio nazionale sui trasporti.

Di poche settimane fa la notizia, data dalla Corte dei Conti, che la Tav Milano-Venezia, in particolare il tratto che interessa Brescia, Verona e Padova, sarebbe la più costosa d’Europa. Oggi la conferma è arrivata anche dall’Onlit.

L’Osservatorio avrebbe infatti mandato una lettera al ministro Toninelli per chiedere un riesame urgente del profilo economico, finanziario e progettuale dell’opera pubblica. Esattamente come richiesto dalla Corte dei conti.

I risultati di entrambe le analisi parlano chiaro. Il recente aumento di 209 milioni, ha portato i costi del primo lotto dell’opera, circa 48 chilometri, a costare 1,64 mld. Circa 40 milioni di euro al km. Quando in Europa la media è di 24, quasi la metà. Per un’attività che per di più per Trenitalia “è in flessione. Con il Mol delle Frecce Rosse in calo del 22,4% dai 783,9 milioni del 2015 ai 607,6 milioni del 2017”. A conferma di questi dati viene citata inoltre un’ulteriore analisi fatta da Marco Ponti, ordinario di Economia dei Trasporti del Politecnico di Milano. Secondo il quale la Tav Brescia-Padova sarebbe conveniente per la collettività solo se costasse 4 miliardi in meno.

Secondo l’Osservatorio inoltre, dovrebbe essere ritenuto nullo il contratto operativo, stipulato nel giugno scorso tra il gruppo Fs e Cepav 2, cui era stata affidata l’opera nel 1991 senza gara. In seguito del recente arresto del suo presidente Duccio Astaldi, sospettato di corruzione. Nel caso in cui questo venisse fatto, sarebbe possibile ripensare tutta l’opera, in un’ottica di accantonare anche il progetto dell’alta velocità, nei confronti di u potenziamento della linea già esistente. Come consigliato a fine giugno dalla Corte dei Conti.