
Presidio costante, visibilità sul territorio e ascolto diretto dei cittadini. È questa la strategia al centro della nuova tornata di controlli straordinari interforze avviata nella zona della stazione ferroviaria di Brescia, coordinata dalla Questura di Brescia.
“Queste operazioni vengono effettuate in maniera sistematica nelle aree considerate più critiche — spiega il questore Paolo Sartori — Dopo via Milano e il quartiere Carmine, ora siamo davanti alla stazione, proprio per rendere la presenza delle forze di polizia sempre più tangibile e rassicurante per i cittadini e i commercianti”.
L’intervento non si limita ai controlli su strada, ma prevede anche un dialogo diretto con le attività della zona. “I commercianti vengono contattati uno per uno così possono esprimere preoccupazioni e segnalazioni che ci aiutano a intervenire in modo più efficace”.
Un ruolo importante lo gioca anche l’uso degli strumenti tecnologici. L’applicazione YouPol consente infatti di ricevere e verificare in tempo reale le segnalazioni dei cittadini, con pattuglie operative 24 ore su 24. Dai controlli sul territorio arrivano inoltre indicazioni utili per l’emissione di misure di prevenzione come fogli di via ed espulsioni.
L’operazione non riguarda solo la città capoluogo. “Abbiamo effettuato controlli anche a Desenzano, in Val Trompia, Valcamonica, Chiari e nelle località del Lago di Garda. Non esistono zone marginali: il presidio della sicurezza deve essere diffuso e costante, in raccordo con i sindaci. Non dimentichiamo che i sindaci sono le autorità locali di pubblica sicurezza che si raffrontano quotidianamente con le autorità provinciali che sono appunto il Questore del Prefetto”.
Il Questore ricorda che spesso il tema non è solo di ordine pubblico ma anche di percezione. “La percezione della sicurezza non coincide sempre con i dati reali, ma la presenza visibile delle forze dell’ordine aiuta a rafforzare la fiducia della cittadinanza. In molti si avvicinano e ci dicono di sentirsi più tranquilli”.
L’obiettivo, conclude Sartori, è proprio quello di unire intervento operativo e ascolto del territorio. “La sicurezza si costruisce anche attraverso il contatto diretto con chi vive e lavora in queste zone. Le indicazioni che riceviamo sono preziose e ci aiutano a essere più incisivi”.