Una valanga di schede bianche, 672 per l’esattezza, sancisce il nulla di fatto al termine della prima votazione per il presidente della Repubblica. Una fumata nera che conferma le previsioni e le indicazioni dei principali partiti di non esprimere ancora un nome per il successore di Sergio Mattarella. E tuttavia alcuni grandi elettori non hanno rinunciato a pronunciarsi. Sono andati così 16 voti al capo dello Stato uscente, 36 a Paolo Maddalena, indicato dagli ex M5s di Alternativa. A seguire, 9 voti alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, per la quale si stanno spendendo Azione e +Europa, 7 voti a Silvio Berlusconi, così come a Roberto Cassinelli, Guido Martelli e Antonio Tasso. Sei voti ciascuno hanno totalizzato Ettore Rosato e Umberto Bossi. Cinque consensi sono andati a Marco Cappato dei Radicali, 4 al giornalista Bruno Vespa, 3 al conduttore radiofonico Giorgio Lauro, così come a Elisabetta Belloni, Pierluigi Bersani, al presidente della Lazio Claudio Lotito e a Francesco Rutelli. Sono andati poi 2 voti a Giuliano Amato, Pier Ferdinando Casini, Giuseppe Conte, Elisabetta Casellati, Giuseppe Moles, Antonio Martino, Carlo Nordio (candidato oggi di Fratelli d’Italia) e Alberto Angela.

Non è in corso alcuna trattativa tra il senatore Matteo Salvini e il presidente del Consiglio Mario Draghi a proposito di un presunto rimpasto. Lo precisa una nota della Lega. “È infondato e irrispettoso per il senatore Salvini e per il presidente Draghi immaginare che in questa fase – anziché discutere di temi reali come caro-energia, inflazione, scenari internazionali, opere pubbliche o Covid – siano impegnati a parlare di equilibri di governo”, si legge. “A proposito di Quirinale, il senatore Salvini è al lavoro su alcuni nomi – donne e uomini – di altissimo profilo. Nessuna confusione né perdite di tempo: la Lega vuole essere garante di stabilità, responsabilità e concretezza”, conclude. Matteo Salvini sta incontrando i gruppi parlamentari e i delegati regionali del partito. Previsto anche un nuovo incontro tra il leader del Carroccio e il segretario Pd, Enrico Letta. Secondo il leader di Italia viva, Matteo Renzi, “in questo momento chi ha le carte per chiudere la partita è Salvini. O trova un grande accordo su un nome spendibile o perde tutto. Il mio consiglio al centrodestra è di far prevalere la politica. Se puntano sugli effetti speciali fanno la fine di Bersani nel 2013”. Intervenendo a Radio Leopolda ha aggiunto che “difficilmente andremo oltre la quinta votazione. E’ la mia speranza e quello che mi auguro per il Paese”.

Una giornata, quella dedicata alla prima votazione per il nuovo capo dello Stato, che si è svolta in maniera ordinata e spedita, tanto che la seduta è stata sospesa per alcuni minuti a più riprese per rispettare le fasce orarie prestabilite per il voto a scaglioni dei grandi elettori. Solo un paio gli incidenti. Quello al “drive-in” predisposto nel parcheggio della Camera dove è stato rifiutato l’ingresso alla senatrice no-vax Sara Cunial (Misto) che si è presentata al seggio senza il certificato verde di base. E il black-out del sito Internet di Montecitorio, avvenuto intorno alle 18:30. Domani, sempre alle 15, si attende la seconda votazione, per la quale i partiti potrebbero tenere ancora coperte le proprie carte.

La giornata è stata caratterizzata da una girandola di faccia a faccia e colloqui telefonici tra i massimi dirigenti politici. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, dopo aver visto il capo dell’esecutivo, Mario Draghi, ha avuto un colloquio alla Camera con Enrico Letta, definito “lungo” e “cordiale” da Partito democratico e Carroccio in una nota congiunta. “Si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno” nelle prossime 24 ore, viene riferito. Salvini è stato protagonista di un incontro anche con il presidente del Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte, con il quale, come hanno spiegato fonti pentastellate, “c’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”. Non solo: dopo aver incontrato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, “per fare il punto della situazione”, Salvini ha annunciato di stare “lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una, ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo – ha aggiunto – ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale”.

E non finisce qui, perché c’è stato un contatto telefonico, malgrado le smentite di rito di palazzo Chigi e del Nazareno, tra Draghi e Letta e, successivamente, ancora tra il premier e Conte. Leader del M5s che ha, inoltre, visto il cofondatore di Coraggio Italia e presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, e si è intrattenuto per un saluto fuori da Montecitorio con Meloni. “Prima votazione per il presidente della Repubblica. Avverto la grande responsabilità e lancio un appello ai colleghi. È finito il tempo delle chiacchiere: è il momento di fare una scelta nell’interesse degli italiani, non dei singoli. Come abbiamo fatto sette anni fa con Mattarella. Fare presto, fare bene”, il pensiero espresso su Facebook dal leader di Italia viva, Matteo Renzi, mentre Meloni ha lanciato il nome, per la presidenza della Repubblica, dell’ex magistrato Nordio. “Il premier? E’ un nome che alla fine può uscire”, le parole di Umberto Bossi. L’impressione, almeno per ora, è che le quotazioni, destinazione Colle, dell’attuale inquilino di palazzo Chigi siano in risalita ed è probabile, nelle prossime ore, che Draghi senta al telefono Silvio Berlusconi. Certo, sullo sfondo rimane sempre il nodo da sciogliere del governo, qualora l’ex numero uno della Banca centrale europea traslocasse al Quirinale. Insomma, la partita rimane difficile, piena di insidie.

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