Primo briefing della task force americana da aprile con gli interventi del virologo Anthony Fauci del vicepresidente Mike Pence e di Deborah Birx, la coordinatrice dell’emergenza Covid. Assente il presidente, a significare che la “guerra” è finita e tutto è ormai sotto controllo. Ma, secondo quanto riporta Repubblica, non è di questo parere Fauci: “Abbiamo un problema serio in certe aree del Paese”. Sono 16 gli Stati che sono stati duramente colpiti da un’impennata di contagi. Nella giornata di venerdì si sono registrati più di 40 mila casi (il New York Times parla di 45 mila), il numero più alto dall’inizio della pandemia. In tutto i positivi sono 2,4 milioni e i morti 125 mila, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University.

L’unico modo per uscirne è porre fine alla diffusione tutti insieme”, ha detto lo scienziato americano facendo un riferimento esplicito alle iniziative discordanti tra i singoli Stati. “Quello che accade in un posto ha ripercussioni in altre aree. La gente contagia altre persone che a  loro volta infettano quelle più vulnerabili”. Secondo Fauci certe aperture sono state troppo azzardate e la popolazione non sempre segue le linee guida.

Mike Pence invece ha sottolineato quanto la risposta dell’amministrazione sia stata efficace: “Abbiamo rallentato il contagio, abbassato la curva e salvato vite”, e ha negato che l’incremento dei casi possa essere stato causato da aperture troppo anticipate. Il vicepresidente ha dato la responsabilità dell’impennata di casi ai giovani asintomatici: “Dovrebbere prendere delle contromisure e dare ascolto alle autorità”.