Oggi, mercoledì 8 marzo, si celebrano tutte le donne e per l’occasione Antonio De Palma, Presidente Nazionale di Nursing Up, vuole ricordare tutte le infermiere che lavorano sul campo, ma in particolare tutte quelle che hanno perso la vita per salvarne altre durante la Pandemia. Riflettendo anche sui fondi Inail messi a disposizione per le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita durante la pandemia e che sembrano pervenuti a poco più della metà delle famiglie coinvolte.

Il 4 marzo sono scaduti ufficialmente i termini per la cosiddetta “elargizione una tantum” destinata ai parenti dei familiari dei professionisti della sanità deceduti a causa del Covid. L’Inail ha messo a disposizione un fondo di circa 15 milioni di euro, informando le famiglie interessate con alcuni comunicati stampa apparsi sul web, e con una apposita circolare presente sul sito dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

Tuttavia, ad oggi sarebbero pervenute solo 300 domande mentre, come noto, i medici e infermieri deceduti, secondo i dati ufficiali, sono circa 500. C’è da chiedersi, quindi, perché ben 200 famiglie sono rimaste fuori da questo doveroso riconoscimento economico.

“Come era previsto dall’accordo di collaborazione sottoscritto fra il DIPOFAM e l’Inail, le domande dovevano essere presentate sul sito dell’Istituto – dichiara De Palma – e dovevano riguardare i decessi avvenuti entro il 28 dicembre 2022 per effetto diretto o come concausa del contagio da Covid-19 contratto nel periodo di emergenza, compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 31 marzo 2022”.

“Tuttavia la morte improvvisa di un operatore sanitario, che ha sacrificato la sua vita per la collettività, meritava, ben altro trattamento – continua De Palma – e certamente non un percorso burocratico come quello che devi seguire per richiedere l’Assegno Unico Familiare”.

Secondo De Palma, le istituzioni avrebbero potuto intraprendere un percorso diverso contattando direttamente le famiglie per informarle del riconoscimento economico al quale avevano diritto. Una via possibile considerando che Governo, Regioni e aziende sanitare conoscono i nomi di questi professionisti scomparsi a causa del virus. Un modo che per Nursing Up sarebbe stato indubbiamente più decoroso rispetto ai moduli da compilare e alle scadenze.