Dopo otto trimestri consecutivi con il segno meno, il manifatturiero bresciano rialza la testa: nel secondo trimestre del 2025 si registra una crescita dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato timido ma importante, che segna un’inversione di tendenza dopo due anni difficili.

Lo rileva il Centro Studi di Confindustria Brescia, che evidenzia però come il contesto resti complicato. Il 50% delle imprese continua a indicare la bassa domanda interna e internazionale come il principale ostacolo alla ripresa. Anche le tensioni sui mercati esteri, in particolare i nuovi dazi USA e la svalutazione del dollaro, non aiutano le esportazioni.

“È una ripresa fragile, minacciata da squilibri strutturali e tensioni globali – ha commentato il presidente di Confindustria Brescia Paolo Streparava – Le nostre imprese stanno reagendo con pragmatismo, ma non possiamo illuderci: serve un cambio di passo su energia, lavoro e politiche industriali”.

Nel dettaglio, i risultati variano molto a seconda della dimensione delle aziende e dei settori. Crescono soprattutto le piccole e medie imprese, mentre faticano le microimprese e il comparto moda. Bene invece legno, meccanica, metallurgia e alimentare.

Le aspettative per i prossimi mesi restano prudenti: la maggioranza degli operatori prevede una sostanziale stabilità dei volumi produttivi. La crescita, insomma, è ancora tutta da consolidare.