Resta un no quello di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia al tentativo del presidente incaricato, Mario Draghi, di formare un nuovo governo.

La presidente di Fd’I ha ribadito il suo diniego al termine oggi del colloquio con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, nell’ambito del secondo incontro delle consultazioni per la formazione di un nuovo governo. La posizione di Fratelli d’Italia resta “immutata” e “non voterà la fiducia al governo Draghi, “ma resterà a disposizione della nazione per tutto ciò che potrà essere utile”, si limiterà dunque “ad un confronto franco sui contenuti”, ha spiegato Meloni.

Nella giornata di ieri e nella mattinata di oggi Draghi ha invece incassato il sì, con diverse motivazioni, del gruppo Misto della Camera con le componenti Minoranze linguistiche, Maie-Psi, Azione-+Europa e Radicali italiani anche del Senato, di Noi con l’Italia-Usei-Cambiamo-Alleanza di centro e Idea e Cambiamo del Misto di palazzo Madama e ancora di Centro democratico-Italiani in Europa del Misto di Montecitorio e del gruppo Autonomie del Senato. In particolare questa mattina è giunto il via libera del neo gruppo Europeisti-Maie-Centro democratico del Senato e di Liberi e uguali delle due Camere che hanno auspicato che la maggioranza che ha sostenuto il governo uscente (Pd-M5s-Leu) dimostri compattezza e univocità di giudizio anche sulla formazione del nuovo esecutivo.

Per Italia viva il sì a Draghi sembra essere senza se e senza ma. Nessun veto dunque neanche sulla possibile presenza nella maggioranza della Lega di Matteo Salvini perché, ha spiegato Teresa Bellanova, Italia viva ritiene di dover “rispondere ad un appello importante fatto dal presidente della Repubblica”.

Il pomeriggio di consultazioni dovrebbe poi essere in discesa per il presidente incaricato che dalle 15 incontra il Partito democratico, che aveva già anticipato il suo sostegno, così come Forza Italia la cui delegazione si arricchisce oggi della presenza del presidente Silvio Berlusconi. E infine la Lega, con le nuove posizioni aperturiste all’europeismo. Interlocutoria dovrebbe essere invece la risposta del Movimento cinque stelle che ha affidato la scelta di sostenere l’esecutivo Draghi agli iscritti alla piattaforma Rousseau e il cui esito non si conoscerà prima del pomeriggio di giovedì 11 febbraio. Ma la cavalcata dell’ex presidente della Banca centrale europea prosegue anche domani con appuntamenti, tra gli altri, con parti sociali e Regioni, Province e Comuni.

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