Erano arrivati in Italia e in Lombardia da Cuba lo scorso 23 Marzo, nel vero “boom” della pandemia da Covid-19. La brigata medica Henry Reeve, che comprende un responsabile della logistica e 35 medici, dopo aver lavorato fino a ieri a Crema, nell’ospedale da campo, ha fatto ritorno a casa. Proprio nella mattinata di Sabato, nel comune in provincia di Cremona, si è tenuto un’emozionante saluto alla brigata medica. Per l’occasione, oltre al sindaco Stefania Bonaldi, erano presenti l’assessore regionale Gallera, l’ambasciatore di Cuba in Italia Josè Carlos Rodriguez, il Vescovo di Crema, il Prefetto, il sottosegretario di Regione Lombardia alle relazioni internazionali, il direttore generale della nostra ASST, la presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi e quella dell’Associazione amicizia Italia-Cuba.

Si è trattato di un momento toccante, amichevole, con i medici in prima linea a prendersi i giusti elogi e i ringraziamenti della comunità. La brigata cubana nacque in seguito alla catastrofe avvenuta per via dell’uragano Katrina, nel 2005, e da allora ha girato per il mondo portando la propria esperienza a chiunque ne avesse bisogno. Questo, il saluto del sindaco di Crema: “Cari amici cubani,​ sarò davvero breve perché, meglio delle mie parole, la nostra immensa gratitudine è già visibile nei volti delle autorità qui presenti, che ringrazio di cuore, con una particolare commozione per i colleghi sindaci e sindache e gli amministratori di Crema, che rappresentano altri volti, tanti altri volti, quelli di tutti i cremaschi, nessuno escluso, che vi stringono in un abbraccio affettuoso e sincero, ma anche pieno di nostalgia perché siamo certi che ci mancherete, proprio come dei fratelli.​ Lo sappiamo bene, perché noi italiani siamo stati un popolo di migranti e conosciamo i sentimenti che accompagnano i distacchi”.

“Mancherete ma non sparirete – prosegue il sindaco Bonaldi – perché le nostre coscienze conserveranno il vostro dono e ci rinforzeranno nella convinzione che a Crema nessuno deve essere mai più straniero, da ora in poi avremo un argomento decisivo da opporre a chiunque volesse ledere o diminuire il nostro sacro dovere di ospitalità. Ci mancherà la vostra presenza rassicurante, che in un momento di inaudita incertezza e di pericolo incombente è stata una medicina efficace.​ Ci mancherà ciò che silenziosamente avete rappresentato in queste settimane, a cominciare dalla certezza che il nostro pianeta può combattere e vincere le disparità, le ingiustizie e le emergenze, solo se tutti i popoli si affratellano.​ ​ ​
Arrivando qui avete detto che la vostra patria è il mondo, quindi da ora in poi sarete sempre nostri compatrioti, in questo mondo vasto e spesso maltrattato dall’assenza del valore supremo della solidarietà. Siamo stati naufraghi e ci avete soccorso, senza domandarci il nome né la provenienza.​
Dopo mesi di lutti, angoscia, dubbi, ora vediamo la luce ma solo perché ci siamo stretti gli uni agli altri.
Donne e uomini del nostro Sistema Sanitario lombardo, Istituzioni, governanti e amministratori di ogni livello, ci siamo stretti a voi, cari medici ed infermieri della Brigata Cubana “Henry Reeve” e con voi al vostro popolo generoso, attingendo dalla vostra competenza e dalla vostra passione l’ossigeno necessario a tenere viva la fiducia, indispensabile nella lotta.​
Senza di voi tutto sarebbe stato più difficile.​
Nella nostra città e nel nostro Territorio in questi mesi si sono moltiplicati i gesti di solidarietà e di generosità, abbiamo visto tornare alla luce sentimenti di vicinanza che erano assopiti dall’abitudine, logorati dalla quotidianità.
Questi sentimenti di umanità e fratellanza li avete alimentati anche voi, con la vostra presenza qui, discreta ma efficace, rispettosa ma determinata, pacata ma affidabile.​
Siete arrivati nel momento più drammatico e insieme a noi vi siete battuti per trasformare “il lamento in danza”, una danza collettiva, a riprova che le grandi battaglie non le vincono gli eroi solitari, ma le comunità, e ciò che è accaduto nella nostra terra ne è la prova, la dimostrazione.​
Siamo stati comunità, per questo abbiamo vinto, siamo stati, anche grazie a voi, uno schiaffo all’Individualismo, l’alleato preferito delle avversità. Siamo stati una comunità, certo, multiculturale e umanissima. Uno schieramento che non ammetteva sconfitte e infatti non abbiamo perso.
Abbiamo lottato da popolo appassionato e progettuale, rifuggendo il rischio di essere folla caotica e velleitaria, mossa solo dalla paura.​ Siamo diventati avversari intelligenti di un patogeno assassino, ma intelligente pure lui.​ ​Con voi è stato più facile.​ Grazie, a nome di tutti i cittadini e le cittadine di Crema, del nostro Territorio, della Lombardia e dell’Italia intera”.